La proposta: Belmonte del Sannio paese delle Streghe. L’idea è venuta già da qualche tempo all’Università delle generazioni che, in questo modo, vuole coniugare il recupero delle tradizioni del luogo con la possibilità di offrire nuovi posti di lavoro.

Nell’agosto 1996, in una pubblica assemblea della Coldiretti realizzata in Contrada Difesa di Belmonte del Sannio, l’Università delle Generazioni proponeva a Comune, Pro Loco, aziende e cittadini di valorizzare il fatto che tale paese avesse fama di essere vivace sede di “streghe” (appartenente al circondario delle Streghe di Benevento). L’Europa dei secoli passati e soprattutto l’Italia erano luoghi affollati di “streghe” e tantissime sono state arse vive nei roghi posti nelle piazze, con o senza processi di cui restano verbali a dir poco allucinanti. Alcune di queste donne (che potremmo definire le “intellettuali” dell’epoca) furono costrette a dichiararsi streghe per evitare il rogo ed essere così confinate a vita in orride prigioni, come suor Giulia De Marco da Sepino (Contado di Molise, 1574) la quale ha dovuto firmare la propria condanna con la seguente frase: “Io, Giulia De Marco, scevra della mia anima perduta, giuro solennemente di essere una strega”.

La vicenda di tale suora (scoperta in Agnone dal prof. Antonio Arduino, nel 1984 quando era direttore della Biblioteca Comunale) è attualmente studiata da parecchi autori di prestigio nazionale e da Università come quella di Napoli 2, di Pavia e del Molise.

Da qui l’idea di entrare a far parte del circuito “Città delle Streghe” per attirare turisti e rilanciare un angolo ‘dimenticat0’ del Molise.

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