“Il Molise non esiste”. Se avessimo ricevuto un centesimo per tutte le volte che abbiamo sentito pronunciare questa frase a quest’ora saremmo ricchi.
Eppure quell’affermazione, che tanto fa male ai molisani, in alcuni casi potrebbe apparire anche giustificata.
Ne è una dimostrazione l’esperienza vissuta da alcuni turisti provenienti dalla lontana città di Torino. La coppia piemontese, quest’estate, aveva deciso di visitare la nostra piccola regione. “Che ci andate a fare? Il Molise non esiste”, il commento scherzoso di amici e parenti. Ma Luca, impiegato amministrativo in un’azienda metalmeccanica, si era documentato, aveva apprezzato le risorse turistiche e culturali presenti nel nostro territorio e, incuriosito da tutto ciò, ha deciso di stilare un programma dettagliato, fare i bagagli e avventurarsi nella nostra piccola regione.
«Quest’anno io e mia moglie abbiamo deciso di visitare il Molise, sebbene alcuni amici e conoscenti ci abbiano scherzato sopra rispondendoci che il Molise non esiste – spiega a Primo piano Molise – Altri, invece, molto seriamente, ci hanno detto “ma che ci andate a fare in Molise?”, “ma cosa c’è in Molise?”. Noi gli abbiamo risposto, con tono risentito, che il Molise è una terra bellissima, ricca di cultura, con una natura magnifica. Una terra ancora tutta da scoprire. Però, come scoprirete tra poco, per certi aspetti, purtroppo, è anche gestita male».
Ad agosto è iniziata dunque la loro avventura ‘tutta molisana’ di cui conservano tuttora ricordi indelebili: «Il Molise è veramente una terra magnifica. La costa è splendida, il mare pure. Abbiamo scoperto sia l’alto che il basso Molise. Abbiamo visitato piccoli borghi, castelli, palazzi. Veri gioielli».
Poi, però, la ‘nota dolente’: «L’unico castello che non siamo riusciti a visitare è stato il castello di Capua di Gambatesa. Eravamo più che certi che l’avremmo trovato aperto. Su tutti i siti internet visitati, incluso quello dei Beni culturali del Molise, c’era scritto che il castello sarebbe stato sempre aperto, mattina e pomeriggio. Ci eravamo documentati e non vedevamo l’ora di visitarlo. Abbiamo consultato su internet anche i video di presentazione degli affreschi del castello a cura del professore Franco Valente. Pertanto siamo arrivati a Gambatesa nel primo pomeriggio del 14 agosto, belli carichi e pronti per la visita del castello. Però, purtroppo – afferma deluso -, la porta era chiusa».
All’ingresso un foglio di carta che avvisava i turisti che il castello sarebbe rimasto chiuso nel pomeriggio a causa di “disagi organizzativi”.
Quel giorno, tra l’altro feriale, c’erano anche altri turisti impazienti di visitare il sito. Tutti, però, sono rimasti ‘a bocca asciutta’.
«Un museo chiuso tutti i pomeriggi del mese di agosto a causa di disagi organizzativi? Cosa vuol dire??? Che ad agosto si preferisce stare a casa di pomeriggio, piuttosto che tenere aperto un museo così bello come quello di Gambatesa!? Il mese di agosto è per eccellenza il mese più turistico dell’anno e proprio ad agosto si tiene chiuso un museo così conosciuto e apprezzato?».
Luca, spiazzato, si è poi rivolto ad un vigile del paese che, però, non sapeva della chiusura del sito.
Ha chiesto anche se fosse possibile rivolgersi a qualcuno per aprirlo per poche ore, vista la presenza di turisti. Ma le chiavi, gli è stato detto, «non erano a disposizione perché dell’apertura se ne occupano gli impiegati della sovrintendenza».
«Siamo rimasti più che delusi – spiega amareggiato – anche perché per noi di Torino, il castello di Gambatesa non è proprio dietro l’angolo e poi anche perché avevamo inserito questa destinazione come una ‘da non perdere assolutamente’ e purtroppo, per i disagi organizzativi causati da qualcuno, ci siamo persi la visita di questa magnificenza».
Disavventura a parte, Luca è felice di aver visitato il Molise. Lo ribadisce più volte ma ci tiene anche a dare un consiglio a chi gestisce i servizi legati al turismo e alla cultura locale: «Nonostante questo ‘neo’, siamo davvero felici di aver visitato questa splendida regione. Avete tutto: dal buon cibo, a splendidi paesaggi naturalistici e luoghi che trasudano cultura e storia. Se dicono che la vostra regione non esiste non è perché si tratta di un piccolo territorio (la Valle d’Aosta è ancora più piccola) ma è solo perché il Molise non viene adeguatamente pubblicizzato».
Nonostante la delusione sono pronti a dare alla regione una seconda occasione: «Torneremo, certo non domani – afferma – ma lo faremo con grande piacere».

SL

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