Quando una giovane donna nel pieno della sua esistenza perde la vita in modo tragico diventa difficile persino trovare le parole per raccontare quanto accaduto.
Il cuore di Nicoletta Valente, originaria di San Giuliano del Sannio ma da anni residente a Vinchiaturo, si è fermato la notte scorsa in un letto della Terapia intensiva dell’ospedale di Campobasso, dove era arrivata 24 ore prima in condizioni disperate.
Una ragazza solare, originale. A giudicare dal suo profilo Facebook anche un po’ ‘pazzerella’, nell’accezione migliore del termine. Allegra. Bella. Bella davvero. Come il sole.
Aveva tanti amici, Nicoletta. E tutti le volevano bene. Le prove risiedono nelle testimonianze d’incoraggiamento prima che salisse in cielo e in quelle struggenti di commiato che si stanno susseguendo dopo la notizia della sua scomparsa.
Natale è tra le feste cristiane per eccellenza. Gesù che viene al mondo e dà speranza agli uomini. La luce della Cometa che indica la via dell’amore, della pace. Della salvezza. Della vita eterna.
L’unico rifugio per chi l’ha amata (e l’amerà per sempre) è credere che qualcuno per Nicoletta aveva progetti più importanti. Cose grandi rispetto all’effimero transito tra gli esseri umani.
La giustizia, quella terrena, farà il suo corso. Un magistrato accerterà gli errori e presenterà il conto a chi li ha commessi.
La tragedia di Natale che si è consumata a Vinchiaturo è accaduta poche ore dopo la morte di due giovanissime donne romane. Ironia della sorte, anche Gaia e Camilla sono state falciate da un’auto in corsa.
Uno di quegli incidenti che in Molise si pensa non possano accadere neppure per ipotesi. Immaginare poi il corso di Vinchiaturo teatro dell’irreparabile va oltre la fantasia. Eppure è successo. Di notte. La notte di Natale. In una strada di paese. Senza traffico, lontano dal trambusto e dalla esasperata vivacità delle metropoli.
Perché è accaduto? È accaduto perché evitare un errore talvolta è più complicato di commetterlo, forse.
Un errore, però, non può costare una vita. La vita di una donna che aveva tanta strada ancora da percorrere, che aveva ancora molto da fare e da dare. Un errore non può cambiare per sempre la vita di una mamma e un papà, di un fratello, di un compagno, degli amici.
Alle tragedie non si può porre rimedio. Le lancette del tempo, purtroppo, non tornano indietro. Il viaggio di Nicoletta verso il cielo è di sola andata.
Quanto successo potrebbe accadere di nuovo. Non c’è una regola per prevederlo o evitarlo. Ci sono però le “regole”, quelle scritte dal legislatore. E vanno rispettate.
Oggi in Molise abbiamo un motivo in più per farlo: è il prezzo che ha pagato una ragazza di 35 anni che amava la vita più di ogni altra cosa.
Buon viaggio Nicoletta.
Luca Colella

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