L’alibi è sempre il solito: la grave carenza di personale. E l’azienda ovviamente cosa fa? Invece di assumere, taglia il servizio, esternalizzando. E magari alla fine della fiera la cifra spesa per l’esternalizzazione sarà anche maggiore del costo vivo di qualche dipendente da assumere. Questione da ragionieri, non da cronisti. Un copione già visto, e forse in questo caso è davvero uno dei mali minori, per l’ospedale di area disagiata “San Francesco Caracciolo”di Agnone. Poco prima di Capodanno, infatti, il direttore dell’unità “Acquisizione beni e servizi” dell’Azienda sanitaria regionale del Molise, Rosa Vergalito, ha accettato e autorizzato quanto proposto dal ragionier Biagio Nardoia, che firma nella duplice veste di responsabile dell’istruttoria e di funzionario proponente, dichiarando definitivamente estinto il servizio di preparazione pasti del piccolo ospedale di frontiera. L’atto aziendale fa riferimento ad una nota con la quale il direttore sanitario dei presidi ospedalieri di Isernia, Venafro e Agnone ha fatto rilevare la «grave carenza di personale presso il servizio di cucina interne di Agnone a seguito di numerosi pensionamenti». Lo stesso dirigente medico, sempre con la medesima nota ai vertici aziendali, ha chiesto «la sostituzione del personale collocato riposo, al fine di continuare a garantire il servizio in parola, essenziale per l’assistenza dei ricoverati» nel reparto di Agnone. L’Asrem ha preso la palla al balzo e ha chiesto alle ditte titolari, attualmente, dei contratti di ristorazione presso gli ospedali di Campobasso, Isernia e Termoli, la disponibilità alla fornitura dei pasti, quindi colazione, pranzo e cena, presso il presidio ospedaliero di Agnone. A questo punto il primo intoppo: il Consorzio nazionale servizi, titolare del contratto di ristorazione presso l’ospedale di Isernia, tramite la sua consociata All-Food Spa, si è dichiarato disponibile ad attivare il servizio di ristorazione anche ad Agnone, ma «limitatamente alla produzione dei pasti e fatta eccezione per il trasporto» dal capoluogo pentro all’alto Molise. Si è presentata dunque la necessità di affidare il servizio di trasporto pasti ad un altro operatore economico. Uno cucina, l’altro trasporta i pasti da Isernia a Agnone. Dopo tutte le procedure previste, il servizio è stato assegnato alla ditta “Ri.Ca” srl, con sede a Somma Vesuviana in provincia di Napoli, al prezzo complessivo di ventottomila e cinquecento euro, più Iva. La spesa complessiva si aggira intorno ai 35mila euro, per il solo servizio di trasporto dei pasti dalla cucina del “Veneziale” di Isernia ai presidi ospedalieri di Venafro e di Agnone «per la durata presunta di mesi quattro». Inoltre, sul documento Asrem, si fa esplicito riferimento solo al pranzo e alla cena, mentre nel computo del prezzo da pagare per il servizio trasporto, non viene inglobata la colazione. Vuoi vedere che l’Asrem ha considerato superfluo il primo pasto, quello del mattino, per i ricoverati di Agnone? Infine, atteso che il provvedimento è della durata «presunta» di quattro mesi, cosa accadrà dopo la scadenza temporale indicata? Misteri dell’Asrem.

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