Una rosa rossa è poggiata sulla sedia al centro del palcoscenico, e sullo sfondo appare l’immagine di Paola, sorridente. Agnone rende omaggio alla sua artista, una delle figlie più belle nate tra queste montagne, e in una serata ricca di emozioni, le intitola la sala del teatro Italo Argentino, che riapre al pubblico dopo i lavori di ristrutturazione, con la gestione affidata a un gruppo di giovani locali capitanati da Carmine Carosella. Dopo i saluti istituzionali di Quintino Pallante, Andrea Di Lucente, Elisabetta Lancellotta e Daniele Saia, il momento tanto atteso si apre con una carrellata di foto che ricordano Paola attrice, figlia, sorella, compagna e donna di tutti i giorni. Immagini che scorrono veloci e ripercorrono il tempo di un’esistenza troppo breve, ma che ha lasciato il segno. Lo si capisce dai singhiozzi, dalle lacrime, dagli applausi che si odono in una sala buia e stracolma di gente: la sua gente, che domenica sera non è voluta mancare per tributarle un riconoscimento dovuto e finalmente reale.
Ci sono tutti: i familiari, gli amici, i suoi allievi, e soprattutto lui, il compagno di vita: Lello Lombardi. Nel suo discorso, appuntato su un’agendina rossa, Lello supera l’iniziale commozione e ricorda Paola, il suo amore per il teatro, fonte e ragione di vita, la passione che impiegava nelle lezioni, il rapporto con i suoi allievi e il profondo legame con il suo paese natio: Agnèune, pronunciato in dialetto. In pochi minuti, Lello spiega alla platea chi fosse Paola, scavando nel passato ed entrando nei cuori delle persone, per poi lasciarsi andare a un pianto liberatorio e dire: “Paola, ora hai il tuo teatro”, reminiscenza di un sogno fatto mentre lei lottava tra la vita e la morte, dopo quel maledetto incidente del 25 agosto di due anni fa, che ha cancellato il suo sorriso radioso: quello di una donna, collega, confidente, amica e amante. L’altalena delle emozioni viene avviata da Giovanna, sorella maggiore di Paola.
«Questa intitolazione rappresenta un omaggio alle tue virtù umane, prima ancora che professionali, che saranno tramandate alle future generazioni. La tua vita richiama un pensiero dei filosofi Seneca e De Crescenzo. Il concetto è che il tempo è bidimensionale, nel senso che ha una lunghezza e una larghezza, e ‘l’importante non è vivere una vita lunga, ma una vita larga’. Per quanto riguarda la lunghezza, purtroppo, non siamo noi a poter decidere il tempo della nostra vita; per quanto riguarda la larghezza, invece, se riempiamo la nostra vita di cose belle, di curiosità, di amore, di rapporti sinceri, di veri sentimenti, di passioni, di lealtà, noi esseri umani siamo in grado di dilatarne il tempo. E tu, Paola, hai saputo farlo molto bene: sei stata così brava a dilatare il tempo della tua vita che continui e continuerai a vivere, anche adesso che non sei più tra noi».
Le oltre 200 persone in sala si alzano in piedi e applaudono. Un applauso interminabile, interrotto solo dalla voce del presentatore che dà la parola agli amici di sempre: Nicola Galasso, Gino Leonelli e Maurizio d’Ottavio, promotori della petizione di firme per l’intitolazione. Ancora parole intense, ricordi, e quella frase che Paola ripeteva spesso: «Vai sul palco, mettiti in gioco, usa la tua energia e divertiti». Mariangela Lombardi, della Compagnia Stabile del Molise, fondata da Paola e Lello, a stento riesce a parlare, ma descrive la professionista, severa, ma al tempo stesso piena di umanità, sintesi di una “grande bellezza”. In sala è presente anche il consigliere regionale Andrea Greco, con un passato da attore, che agli inizi degli anni ’90 condivise con Paola il palcoscenico nello spettacolo teatrale ‘Liolà’ di Pirandello, per la regia di Mario Baldini, uno dei promotori del rifacimento e della riapertura della struttura. La serata si conclude con la scopertura della targa realizzata dalla Fonderia Marinelli e installata all’ingresso della sala, che porta il nome di Paola Cerimele, un nome che nessuno mai dimenticherà e che continuerà a vivere nei cuori degli agnonesi e dei molisani.