Dopo sei anni dalla chiusura, il viadotto ‘Sente-Longo’, fondamentale arteria tra Molise e Abruzzo, entra finalmente nella fase di riqualificazione. Chiuso dal 2018 per gravi problemi strutturali, il viadotto ha rappresentato un ostacolo per la mobilità locale e per le economie delle comunità vicine, allungando considerevolmente i tempi di collegamento tra le due regioni. La prima fase dei lavori ha preso il via con studi geologici mirati, assegnati alla Git Service di Agnone, azienda di esperienza consolidata in tutto il Paese. Questi studi si stanno concentrando sulla pila 7 del viadotto, che ha evidenziato le maggiori criticità strutturali, inclusa una traslazione verificatasi in passato. Il progetto vede coinvolti numerosi responsabili tecnici dell’Anas per la regione Abruzzo-Molise. La struttura territoriale è diretta dall’ingegner Antonio Marasco, con l’ingegner Sergio Cicero in qualità di responsabile unico del progetto. L’esecuzione del contratto è affidata al geologo Valerio Manzon, supportato dal direttore operativo geometra Pietro Martucci. Terminata la fase geologica, i lavori veri e propri saranno eseguiti dalla ditta Valori Scarl, aggiudicatrice dell’appalto per la messa in sicurezza dell’infrastruttura. La Valori Scarl starebbe inoltre valutando l’opzione di subappaltare alcuni interventi a una ditta locale, mantenendo la supervisione diretta sui lavori. L’intervento di messa in sicurezza del viadotto porta la firma di Anas, in seguito alla convenzione stipulata con la Provincia di Isernia, che attualmente resta titolare dell’infrastruttura. Da tempo, infatti, le amministrazioni locali, con il Comune di Agnone in prima linea, richiedono la statalizzazione della strada Statale 86. Questa operazione, attesa da anni, consentirebbe di garantire maggiore continuità e stabilità nella gestione e manutenzione della strada. Sul processo di statalizzazione si sta attivamente impegnando l’assessore regionale Michele Marone, che ha intrapreso un dialogo con il ministro Matteo Salvini per sostenere le istanze dei comuni interessati. Pur essendo l’avvio degli studi un segnale positivo, sarà necessario reperire ulteriori risorse per portare a termine l’intero progetto. Le comunità locali guardano con speranza a questo inizio, auspicando che il viadotto possa tornare a essere un’infrastruttura sicura e funzionale, restituendo alla regione Molise un collegamento essenziale. Inoltre nella giornata di ieri sull’imponente infrastruttura avvisata una piattaforma area by bridge che consente ispezioni e manutenzioni ordinarie sotto le campate dei ponti. Non è tutto visto che da indiscrezioni emerge la possibilità di adottare sul viadotto sensori di ultima generazione per poter assicurare, in tempi brevi, il monitoraggio e quindi la riapertura ad una corsia. Una ipotesi, questa, seriamente al vaglio di tecnici e dirigenti e confermata da fonti vicino ad Anas. Va ricordato come in tempi non sospetti a spingere su questa proposta il consigliere regionale Andrea Greco che a più riprese ha parlato dell’installazione di sensori “guidati” da remoto e in tempo reale. Insomma le popolazioni di alto Molise e Vastese incrociano le dita e si augurano che dopo un coma durato sei lunghissimi anni, l’arteria possa tornare finalmente transitabile.

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