Due dipendenti pubblici di un Comune dell’alto Molise risultano indagati nell’ambito di un procedimento penale che sul numero di protocollo reca l’acronimo “Eppo”. Si tratta quindi della Procura europea, con sede in Lussemburgo, organismo indipendente dell’Unione incaricato di indagare, perseguire e portare in giudizio i reati che ledono gli interessi finanziari dell’Ue, quali frodi, corruzione, riciclaggio e frodi Iva transfrontaliere. Una banale connessione logica tra l’acronimo Eppo e il territorio in questione, quello dell’alto Molise appunto, porta immediatamente a pensare alla cosiddetta “mafia dei pascoli”. L’indagine di cui sopra riguarda, nello specifico, due dipendenti pubblici di un Comune dell’alto Molise. Lo stesso infatti, con apposita delibera di giunta, atto pubblico presente nello storico dell’albo pretorio, ha accolto la richiesta di patrocinio legale a carico dell’ente in ragione dell’evidenza che si tratta di «fatti direttamente derivanti e connessi all’espletamento di compiti e doveri d’ufficio». Stando alle indiscrezioni circolate, nell’ambito dello stesso procedimento penale sarebbero coinvolti anche diversi imprenditori nel settore zootecnico dell’alto Molise. Dagli uffici della Procura pentra, coordinati dal procuratore capo Carlo Fucci, confermano che in alto Molise sono stati attenzionati episodi e circostanze riconducibili alla cosiddetta mafia dei pascoli con il conseguente interessamento, per competenza, della Procura europea. Nulla invece trapela sull’attuale stato dei procedimenti, cioè se sono state formulate o accolte eventuali richieste di rinvio a giudizio. Su mandato della Procura di Isernia hanno condotto le indagini i Carabinieri forestali di Isernia, al comando, all’epoca dei fatti, del colonnello Grossi, in collaborazione con i militari del Nipaaf della Forestale e del Nucleo anti frode di Salerno.

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