Un male incurabile porta via un ragazzo adolescente, Valerio Desiderio, gettando nello sconforto tantissima gente, anche chi nemmeno lo conosceva. «Prematuramente all’età di 16 anni, presso il Policlinico Gemelli di Roma, è venuto a mancare all’affetto dei suoi cari Valerio Desiderio», questo il terribile annuncio funebre che ha spezzato il cuore della sua famiglia e delle comunità di Guglionesi e Campomarino, ma naturalmente anche di tutti coloro che avevano avuto modo di apprezzarlo. Un ragazzo di soli 16 anni che viene chiamato in cielo così presto diventerà un angelo, ma per chi l’ha avuto nella vita terrena è un colpo durissimo, di maglio, da sopportare. Nell’annuncio funebre si porta la tristezza viscerale di mamma Barbara, papà Antonio, il fratello Mario Francesco, Giacomo, dei nonni, degli zii, dei cugini e di tutti i parenti. I funerali hanno luogo venerdì, nella chiesa di Santo Spirito, a Campomarino. A portare via Valerio così presto, strappandolo dagli affetti, un male incurabile. “Perché?”. E’ forse la domanda più ricorrente che si scorge, scorrendo i tantissimi commenti alla notizia della scomparsa del 16enne Valerio, nella mattinata di ieri a Roma. Sono tantissimi i messaggi di dolore, cordoglio e vicinanza per questa perdita devastante, che squarcia l’anima e il petto anche solo a chi legge. Tra i tanti commenti, però, ce n’è uno che rimbalza agli occhi. Ed è una domanda ben precisa. «Perché in quelle zone, Guglionesi-Termoli-Campomarino, insomma il basso Molise, c’è così tanta mortalità per tumore?» E’ straziante aver appreso questa tragedia, è straziante provare a dar conforto a quei genitori che sono a pezzi. Un genitore non dovrebbe sopravvivere a un figlio, così dicono. Con lui se ne va via un pezzo di carne, di anima, di cuore, di te genitore. E non è giusto. Anche questa frase ricorre. Non è giusto perché Valerio aveva 16 anni, e mercoledì prossimo ne avrebbe compiuti 17. Si avvicinava alla maggiore età e, doveva godersi questi anni di spensieratezza. Quella spensieratezza che, però, gli è stata negata da una malattia bastarda. «La vita è ingiusta. Siamo affranti e sopraffatti dal dolore. Siamo tutti vicini alla famiglia di Valerio, al papà Antonio, alla mamma Barbara e al fratello Mario». Una vicinanza che scalda il cuore, ma che non lenisce lo strazio, la tragedia e il dramma. A Guglionesi, dove vive il papà, è calato il gelo. Sui social e per le vie del paese, c’è un susseguirsi di manifestazioni d’affetto.

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