Al visitatore che entra nella Chiesa Madre di Ururi non può sfuggire il settecentesco reliquiario che raccoglie un frammento della Vera Croce di Gesù Cristo, troneggiante sulla nicchia centrale.
Non è stato possibile ad oggi rinvenire un documento che attesti con esattezza da quando questa preziosa Reliquia viene venerata nella Comunità Arbreshe, ma tramite ricerche indirette, testimonianze orali e ad una preziosa ricerca dell’avvocato Gianni Frate si può stabilire che la reliquia sia stata donata alla Parrocchia di Ururi sicuramente dopo il 1819.
In quell’anno il nobile ururese Giacinto Giammiro prende in moglie una ragazza di Bonefro, tale Luigia Agostinelli, che purtroppo muore la notte del 12 ottobre 1819 dando alla luce la piccola Maria Luigia.
Molto probabilmente la defunta aveva portato con se, forse come bene dotale, un prezioso medaglione contenente la Sacra Reliquia; non si sa l’esatto motivo, ma il vedovo dona la Reliquia alla Parrocchia che annoverava fra i suoi sacerdoti, suo fratello don Giovanni Giammiro.
Tant’è che nel 1829 la reliquia viene menzionata nel verbale redatto in occasione della Visita Pastorale del Vescovo di Larino monsignor La Rocca. Ancora più interessante un inventario della Chiesa Madre del 1861 che ci indica che il Santo Legno della Croce fosse custodito nell’altare a capo della navata sinistra e che la sua festa si celebrava il 3 maggio con le oblazioni del popolo.
Grazie a questo documento si può affermare che a quella data il Santo Legno della Croce non fosse ancora Patrono di Ururi, in quanto si legge «della festa della S.s. Trinità di cui ha cura il Corpo Municipale»; circostanza confermata dallo storico Masciotta nel 1909, che in una sua memoria riferisce che «il Patrono di Ururi è la Santissima Trinità la cui festa si celebra cinquantasette giorni dopo la Pasqua».
Tra il 1880 ed il 1885, con molta probabilità viene celebrata la prima corsa dei carri di Ururi che viene abbinata proprio alla festa del Santo Legno della Croce; è evidente che questa preziosa reliquia aveva conquistato il cuore degli Ururesi.
Il 14 giugno 1933 avviene un fatto straordinario: mentre i fedeli sono in Chiesa, il cielo si copre di nubi cariche di pioggia e grandine mettendo in subbuglio i presenti; la grandine avrebbe significato un anno di carestia e fame. L’allora Parroco di Ururi, don Giuseppe Tozzi originario di Torremaggiore, preleva la reliquia e si dirige verso la porta principale della Chiesa, la innalza al Cielo saettante di fulmini e pronuncia queste parole: «Se sei Cristo ferma questa tempesta» e depone il reliquiario sul selciato del sagrato in mezzo al fiume di pioggia. In quel frangente la bufera lascia spazio ad una pioggia leggera ed al sole che si affaccia fra le nubi.
Questo evento, raccontato nei dettagli dalla defunta Carlotta Plescia, testimone oculare dell’evento che all’epoca dei fatti aveva 13 anni, è in qualche modo il sigillo d’Amore tra Ururi ed il Santo Legno della Croce, facendo tramontare il vecchio patronato della Santissima Trinità.
Da allora di questo evento viene fatta preziosa memoria durante la processione del Patrono: quando il Parroco giunge ai 4 cardini del centro abitato, solleva la Reliquia benedicendo i campi, ormai prossimi alla raccolta, invocando la protezione contro la grandine e le tempeste.
Fino al 1973 la festa del Patrono si svolgeva nella giornata del 3 maggio: al mattino di buonora si svolgeva la Corsa dei Carri e verso mezzogiorno si teneva la solenne Processione. Negli anni, frequenti ritardi dell’orario della Corsa portano lo slittamento della processione al pomeriggio fino a quando si decise di dedicare il giorno 3 esclusivamente alla Corsa dei Carri e riservare una giornata interamente religiosa, posticipando la processione al giorno 4.
Sono cambiate le date ma non l’attaccamento alla Croce di Cristo che è impressa al centro della Bandiera con cui si premia il carro vincitore della Corsa, con il motto di Costantiniana memoria “IN HOC SIGNO VINCES”.
A differenza dei paesi vicini, il Santo Legno della Croce non viene caricato sul carro vincitore, bensì portato fra le mani del Parroco; mentre dal 2022 l’attuale Parroco ha voluto realizzare un tronetto da far portare a spalla ai partecipanti alla Corsa dei Carri, donando, cosi ai protagonisti della festa, un enorme privilegio.
Oltre al 14 giugno 1933, il Santo Legno della Croce ha fatto altre due uscite straordinarie: il 26 dicembre 2015, quando furono dissequestrati i buoi dei carri, ed il Venerdi Santo del 2020, durante il lockdown causato dalla pandemia Covid.
Sono passati gli anni, gli uomini ma il Santo Legno della Croce è li: un punto fermo per la Comunità di Ururi.
Pietro Dilorenzo

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