La “Trignina” trasformata in trappola: un branco di cinghiali scatena il caos, tre auto distrutte. È emergenza sicurezza. E’ bastato un attimo. Giovedì 19 giugno, poco dopo il tramonto, la Strada Statale 650 “Trignina” è stata teatro di un drammatico incidente all’altezza del polo logistico Amazon, nel territorio di San Salvo. Un branco composto da almeno otto cinghiali – tra cui cuccioli – ha attraversato all’improvviso entrambe le corsie, cogliendo completamente di sorpresa i conducenti in transito. Tre autovetture coinvolte, tutte gravemente danneggiate. Fortunatamente, non si contano feriti tra gli occupanti dei mezzi, ma solo per puro caso non si è trasformato tutto in tragedia. Le operazioni di rilievo condotte dai Carabinieri e gli interventi di rimozione da parte delle squadre di soccorso hanno reso necessario il blocco parziale del traffico per diverse ore, con pesanti disagi alla circolazione in entrambe le direzioni. La cronaca dell’incidente riapre con forza il dibattito su un problema tanto noto quanto trascurato: la presenza fuori controllo di cinghiali sul territorio. Ormai da anni, cittadini e amministratori locali denunciano l’insostenibilità della situazione. Gli animali, spesso in branchi numerosi, non solo devastano i raccolti e invadono centri abitati, ma mettono a rischio la sicurezza di chi ogni giorno percorre le arterie stradali del Vastese. «Questa volta è andata bene, ma la prossima?» si chiedono gli automobilisti. L’incidente di San Salvo si aggiunge a una lunga lista di episodi analoghi, molti dei quali documentati anche nei tratti tra Cupello, Fresagrandinaria e Casalanguida. Il piano nazionale per il contenimento della fauna selvatica rimane sulla carta. Le misure, sporadiche e frammentate, non sembrano in grado di fronteggiare un fenomeno che ha assunto contorni strutturali. Intanto, crescono le paure e la frustrazione di una popolazione che chiede con sempre più insistenza controlli, barriere, dissuasori e soluzioni coordinate tra enti locali, regioni e governo centrale. La sensazione diffusa è che si intervenga solo dopo l’ennesima emergenza e mai prima. E intanto, sulle strade del Molise e dell’Abruzzo di confine, la prossima incursione potrebbe essere solo questione di ore.