Giubileo della Cooperazione a Montenero di Bisaccia: un inno alla speranza, al lavoro condiviso e al bene comune. È stata una giornata intensa, carica di emozione, riflessione e testimonianza quella vissuta giovedì 3 luglio a Montenero di Bisaccia, in occasione del Giubileo della Cooperazione. L’evento, promosso da Confcooperative Molise e Agci Molise, ha saputo unire in un unico momento spiritualità e progettualità, visione civile e forza del territorio. Una celebrazione che si è articolata in due momenti distinti ma profondamente connessi, entrambi attraversati dal valore profondo del cooperare come modello di sviluppo alternativo, umano e sostenibile. La prima parte della giornata si è svolta nella chiesa di San Paolo Apostolo, dove il vescovo dell’arcidiocesi di Termoli-Larino, Monsignor Claudio Palumbo, ha celebrato la Santa Messa in presenza di numerosi cooperatori e cooperative associate a Confcooperative Molise, assieme a famiglie, soci, utenti e lavoratori. Nell’omelia, Palumbo ha offerto un messaggio spirituale che ha saputo toccare il cuore dei presenti, affermando che “il mondo della cooperazione, la fratellanza, la solidarietà, la sua cultura del lavoro, sono espressione dell’uomo e della sua valorizzazione nella società”. Parole che hanno delineato la cornice teologica e culturale di un percorso che affonda le radici nella dottrina sociale della Chiesa e che guarda alla cooperazione come strumento concreto di incarnazione del bene comune, capace di attingere, come ha detto il vescovo, “alla vita stessa di Dio”. Il secondo momento si è svolto presso la Cantina Cooperativa San Zenone, realtà storica e simbolo di successo del territorio, che ha ospitato una tavola rotonda intitolata “La Forza della Cooperazione: Costruire Insieme un Mondo Migliore”, moderata dai presidenti delle due centrali cooperative organizzatrici: Riccardo Terriaca (Confcooperative Molise) e Agostino De Fenza (Agci Molise). Una cornice conviviale, ma non per questo meno densa di contenuti, che ha dato voce a rappresentanti di numerose cooperative, ciascuno portatore di esperienze diverse ma accomunate dai valori della
mutualità, dell’impegno sociale e del radicamento territoriale. A portare il saluto istituzionale è stata la sindaca di Montenero di Bisaccia, Simona Contucci, che ha sottolineato l’importanza di ospitare nel proprio Comune un evento di tale rilevanza. «Un riconoscimento per un territorio che esprime realtà significative – ha detto – e una location storica come la Cantina San Zenone, che da anni rappresenta un’eccellenza produttiva per l’intera regione». Il primo a intervenire tra i rappresentanti delle cooperative è stato Adamantonio Flocco, padrone di casa e guida della Cantina San Zenone, che ha posto l’accento sul valore profondo della cooperazione: «Per noi – ha dichiarato – la cooperazione è importante non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale. È un modo per condividere esperienze, conoscersi, crescere insieme». A seguire, numerosi contributi hanno arricchito il dibattito. Domenico Guidotti ha rappresentato la GLS Servizi Marittimi, Giovanni Di Matteo la Cantina Cliternia, Liberato Russo ha portato l’esperienza di Artigiana di Garanzia Molisana – Confidi, mentre Lino Iamele ha illustrato il lavoro della Sirio Società Cooperativa Sociale. Il mondo del turismo e della cultura è stato rappresentato da Oscar Vetta con la giovane realtà Molise Wow, nata nel 2022 e già protagonista sul territorio.
Le cooperative sociali hanno trovato voce in Patrizia Santella (Scuola e Lavoro), Giulia D’Ambrosio (Zoe Società Cooperativa Sociale) e Valentina Notte, educatrice presso Koinè Società Cooperativa Sociale, attiva nel sistema di accoglienza e integrazione di Casacalenda. Particolarmente toccanti le loro testimonianze sul ruolo fondamentale che queste realtà svolgono nell’inclusione delle fragilità, nel sostegno a chi resta indietro, nell’offerta di dignità e opportunità a persone spesso escluse dai tradizionali circuiti produttivi. Fabio Cordella, direttore della Pastorale Sociale e del Lavoro della diocesi, ha voluto ribadire il senso profondo di una cooperazione che non è solo modello economico, ma vero strumento pastorale e civile, capace di costruire relazioni, generare reti, promuovere sviluppo sostenibile e giustizia sociale. A tirare le fila della giornata è stato nuovamente monsignor Palumbo, che ha voluto sottolineare la complementarità dei due momenti vissuti: «Il primo è stato un battito di spiritualità – ha detto – il secondo un battito culturale e progettuale. Quando si parla di bene comune, si apre un mondo: un mondo in cui la persona, con la sua dignità, è al centro, come individuo e come comunità». Un intervento conclusivo che ha lasciato il segno, rafforzando la convinzione che il modello cooperativo possa rappresentare una risposta concreta alle sfide del presente e un seme fertile per costruire un futuro più equo. Riccardo Terriaca, presidente di Confcooperative Molise, ha poi ribadito il significato di questa esperienza nel contesto più ampio del Giubileo della Speranza: «È per noi un momento di rinnovamento nello spirito e nel gioco di squadra che rappresenta l’essenza del mondo cooperativistico. Una speranza costruttiva, che significa azione, resilienza e futuro. Futuro che passa dal coinvolgimento delle giovani generazioni e dalla capacità di mettere in dialogo le vecchie e le nuove energie». Terriaca ha voluto anche ricordare il valore politico e culturale della cooperazione come alternativa a un modello economico basato esclusivamente sul profitto: «La cooperazione significa economia del bene comune. Significa costruire un modello sociale diverso da quello capitalistico che ha generato disastri ambientali, fratture sociali e squilibri territoriali. Noi siamo l’alternativa concreta. Siamo quelli che mettono le persone al centro, quelli della sussidiarietà, della solidarietà, della mutualità. Noi siamo l’economia civile». Nel suo intervento, Agostino De Fenza, presidente Agci Molise, ha rimarcato come molte delle cooperative del territorio traggano ispirazione dalla dottrina sociale della Chiesa, mettendo al centro la persona, la giustizia sociale, la mutualità e il lavoro come diritto e dovere. «Oggi – ha detto – la cooperazione è chiamata a confrontarsi con le sfide della competitività e della modernità, ma senza perdere la propria anima. Le cooperative devono avere il coraggio di stare dentro la realtà economica e produttiva, offrendo soluzioni concrete basate sulla mutualità». Liberato Russo, vicepresidente della Camera di Commercio del Molise, ha definito la giornata “un’emozione profonda”, sottolineando la puntualità e la concretezza del messaggio lanciato dal vescovo e dai cooperatori: «In un momento storico così complesso, il contributo del mondo cooperativo non è solo economico, ma soprattutto umano e sociale. Parliamo di una crescita trasversale, che attraversa tutti i settori dell’economia regionale e continua a esprimere, nonostante le difficoltà, numeri importanti, segno che il modello è vivo e vitale». Il Giubileo della Cooperazione ha così rappresentato molto più di una celebrazione: è stato un momento di rigenerazione, di conferma, di rilancio. Una giornata in cui il Molise più autentico – quello delle persone che cooperano, che costruiscono comunità, che non si arrendono – ha saputo guardarsi allo specchio e riconoscersi in una missione collettiva che va oltre il semplice fare impresa: costruire insieme, giorno dopo giorno, un mondo migliore.