Montenero piange Ilaria Forgione e la bambina che portava in grembo. Un compleanno trasformato in tragedia, un destino crudele che ha spezzato due vite nel fiore degli anni. Ilaria aveva appena compiuto 25 anni ed era incinta all’ottavo mese: il drammatico incidente è avvenuto nel tardo pomeriggio di domenica 28 settembre, in contrada San Biase, lungo la provinciale 55 che collega il Trigno alla Mare-Collina.
La giovane mamma non ha avuto scampo: è morta sul colpo, lasciando sgomenta la comunità. Con lei viaggiavano il compagno, 30 anni, e un ragazzo di 16, entrambi rimasti feriti. Nessuno dei due è in pericolo di vita, ma alle ferite fisiche si aggiunge il peso di un dolore che non conosce parole.
Secondo la prima ricostruzione dei Carabinieri della Compagnia di Termoli e della stazione locale, l’auto – una Volkswagen Golf – stava percorrendo la provinciale in direzione dell’incrocio con la Mare-Collina quando, per cause ancora da accertare, ha perso aderenza ed è finita contro la base in cemento di un bocchettone d’irrigazione. L’impatto è stato devastante: la vettura è stata sbalzata per alcuni metri, la struttura in cemento si è spezzata, la condotta idrica è esplosa e ha sollevato in aria una colonna d’acqua alta diversi metri. Una scena impressionante, che ha reso ancora più difficili i soccorsi.
Il Consorzio di bonifica è stato allertato per interrompere il flusso idrico e mettere in sicurezza l’area. Sul posto i Vigili del fuoco di Termoli, i sanitari del 118 e i Carabinieri. Per Ilaria, purtroppo, non c’è stato nulla da fare: i soccorritori hanno potuto solo constatarne il decesso.
Lunedì 29 settembre la Procura di Larino ha disposto l’ispezione cadaverica sulla salma, eseguita dal medico legale dell’Istituto di Medicina legale di Foggia presso l’obitorio del San Timoteo di Termoli. Dopo il nulla osta, previsto in serata, la salma è stata restituita ai familiari per i funerali.
Intanto proseguono gli accertamenti sulla dinamica dell’incidente. Gli inquirenti stanno raccogliendo testimonianze e ricostruendo i minuti precedenti allo schianto. Il compagno di Ilaria, che era alla guida, è stato trasferito alla Casa Sollievo della Sofferenza di San Giovanni Rotondo per complicazioni maxillo-facciali dovute ai traumi riportati. Resta sotto osservazione in un reparto specialistico. Il 16enne, invece, ha riportato lesioni più lievi e la sua prognosi non desta preoccupazioni.
La notizia della morte di Ilaria si è diffusa in poche ore, trasformando Montenero in una comunità sgomenta. Una giovane donna, nel pieno della vita, strappata via nel giorno stesso del suo compleanno insieme alla bambina che stava per nascere. Una crudeltà che nessuno riesce ad accettare.
La sindaca Simona Contucci, a nome dell’amministrazione, ha espresso il più profondo cordoglio e annunciato il lutto cittadino: «La nostra comunità ha vissuto con incredulità e turbamento la notizia del grave incidente occorso a Ilaria; sono stati momenti difficili, carichi di dolore e di umana difficoltà di accettazione. Una vita che si spegne, nel giorno in cui dovrebbe essere festeggiata, è davvero difficile da comprendere. In accordo con la famiglia Forgione, abbiamo deciso di proclamare il lutto cittadino nel giorno delle esequie».
Parole cariche di commozione anche dal consigliere comunale Nicola Palombo: «Quando a spezzarsi è il filo della vita nel suo momento più pieno, il dolore diventa silenzioso, immenso, inspiegabile. Che la terra le sia lieve. E che il vuoto che lascia trovi conforto in un abbraccio corale, umano, rispettoso».
Il dolore è presto diventato collettivo. Le bacheche dei social si sono riempite di cuori, angeli, croci, mani giunte. Frasi brevi, ripetute, diventate un coro: “Che tragedia”, “Non ci sono parole”, “Due stelle in cielo”. Anche un semplice punto o un’emoji hanno assunto il valore di una carezza virtuale. Se spesso i social vengono accusati di superficialità, questa volta si sono trasformati in uno spazio di raccoglimento, un luogo in cui anche chi era lontano ha potuto sentirsi vicino.
Non solo Montenero, ma l’intero Molise ha reagito con sgomento. Ilaria Forgione e la sua bambina mai nata sono diventate, loro malgrado, simbolo di quella fragilità della vita che colpisce chiunque venga a conoscenza di storie simili. Dai messaggi di cordoglio emerge un’umanità autentica: c’è chi invoca la fede, chi prega in silenzio, chi si aggrappa al ricordo, chi si interroga con rabbia sul perché di una fine tanto ingiusta. Molti chiedono maggiore sicurezza sulle strade, come se prevenire l’imprevedibile potesse dare un senso alla tragedia.
Il lutto cittadino non sarà solo un atto formale, ma il segno tangibile di una ferita che resterà incisa a lungo nella memoria collettiva. Una giovane madre, un compleanno spezzato, un futuro che non vedrà mai la luce. E un intero paese che, con dignità e dolore, prova a farsi forza nel ricordo.


























