L’amore e la speranza, insieme, superano ogni ostacolo: un anno fa, su queste pagine, si portava all’attenzione dei lettori la storia di Sasà, Salvatore Forte, giovane parà bojanese della Folgore reso vegetale da un terribile incidente il 4 ottobre di sette anni fa, avvenuto presso la caserma di Livorno in cui Salvatore lavorava, all’età di 38 anni. Oggi, un anno dopo quel primo articolo, la bellissima notizia: il sogno di mamma Maria Teresa Riso si è avverato e finalmente è arrivata l’auto che consentirà a Salvatore di uscire di casa, dopo essere rimasto prigioniero del dolore per tanti, troppi anni. Mamma Teresa infatti aveva deciso di dare alle stampe un breve opuscolo, un libricino, un diario in cui sono le parole, dure ma autentiche, a veicolare tutto l’amore per suo figlio. E proprio attorno a quella testimonianza un anno fa si era scatenata una corsa alla solidarietà da parte della comunità bojanese, ma anche dal resto della regione e da fuori i confini molisani, una causa che questa redazione ha sostenuto sin dall’inizio, sperando di poter aiutare a diffondere l’appello che arrivava dalla famiglia di Sasà, la cui vita fu stravolta all’improvviso, rimanendo sospesa in quella casa in località Pitti, a Bojano, dove giorno e notte Sasà ha ricevuto l’assistenza dei suoi cari con un solo ed unico desiderio mai sopito nel cuore e negli occhi: rivederlo tornare a muovere passi sulle proprie gambe, in forze come un tempo, e a sentire la sua voce. Sasà infatti non parla più, non cammina, ma è perfettamente cosciente e grazie alla caparbietà, alla tenacia dei veri eroi e all’incessante amore e dedizione di mamma Teresa, da quel 4 ottobre del 2016 ha fatto straordinari progressi. Ora riesce a comunicare a gesti e con gli occhi, gli stessi da cui traspare intatta un’anima spezzata dal dolore, in gabbia in un corpo che non gli consente più di sentirsi libero. In tanti hanno voluto sostenere la causa di mamma Teresa, acquistando quindi il racconto di quel travaglio nel tentativo di raccogliere dei fondi per comprare una macchina che consentisse a Sasà di tornare finalmente ad uscire di casa, in piazza, tra la gente e i suoi amici. Quel momento tanto atteso è arrivato, l’obiettivo è stato raggiunto, la macchina per Sasà è arrivata e questa non è la fine, ma è solo l’inizio di una lunga storia d’amore che porterà Salvatore a riconquistare piano piano ciò che l’incidente gli ha sottratto più di ogni altra cosa: la libertà. Per questo mamma Teresa e Sasà oggi ringraziano chiunque abbia deciso in questi mesi di stargli accanto, contribuendo al raggiungimento di questo piccolo, grande risultato.

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