Sono attivi dai primi giorni del mese di agosto e sono ancora al centro di un acceso dibattito tra automobilisti favorevoli – la maggior parte – e contrari: si tratta dei due nuovi autovelox fissi installati in territorio di Bojano sulla Strada Statale 17, una delle arterie più importanti del Molise, lungo un rettilineo caratterizzato da diverse intersezioni di entrata e uscita dal capoluogo matesino. I due rilevatori di velocità sono su entrambe le direzioni di marcia nei pressi dello svincolo per Bojano. Sul tema, nelle scorse settimane, era intervenuto il consigliere comunale Liberato Gentile, che ha gettato acqua sul fuoco della polemica spiegando che l’iniziativa ha come unico obiettivo quello di aumentare la sicurezza dell’arteria in un tratto giudicato pericoloso proprio per la velocità di transito degli automobilisti, e che è arrivata a conclusione ora dopo un lungo iter che ha superato numerosi passaggi burocratici e autorizzazioni necessarie per legge.
Anche il Partito Comunista dei Lavoratori era intervenuto sul tema, contestando invece la decisione di installare i due rilevatori e chiedendo con un atto formale al Prefetto tutta la documentazione che ha portato all’ok definitivo, quindi le motivazioni a valle del provvedimento.
«Non serviranno a fare cassa, ma a scoraggiare le infrazioni per eccessiva velocità in un tratto rettilineo – ha afferma invece il sindaco Carmine Ruscetta in riferimento agli autovelox ai microfoni di Teleregione -. È una scelta che deriva da una valutazione della storia di quel tratto di strada dove, non dobbiamo dimenticarlo, ci sono stati tanti incidenti di cui alcuni anche gravi. Quindi il nostro obiettivo è solo ed esclusivamente aumentare la sicurezza agli automobilisti in transito. Tant’è che il limite di velocità non è stato modificato, il limite di velocità già c’è ed era di 70 chilometri orari, adesso c’è soltanto un controllo sul rispetto di quel limite» – aggiunge il primo cittadino rispondendo a chi aveva criticato l’Ente per la decisione.
Il fronte della discussione, infatti, si era sostanzialmente diviso in due: da una parte chi evidenzia che quello in questione era uno dei pochi tratti dove era possibile effettuare un sorpasso, mentre ora le persone rischiano di effettuare frenate improvvise; dall’altro chi richiama alla prudenza.
«Il Codice della strada va rispettato sempre, questi provvedimenti sono sempre giusti se servono a salvare vite» – commenta un automobilista.
La sicurezza, infatti, resta la parola chiave. Negli anni scorsi i chilometri della statale tra Campobasso e Isernia sono stati teatro di numerosi sinistri, alcuni dei quali mortali. Eppure, non sono solo gli autovelox a rappresentare un deterrente. Molti riconoscono alle rotatorie di San Massimo e Campochiaro il merito di aver ridotto le velocità medie nei rettilinei più pericolosi.
Oggi, però, l’installazione di nuovi dispositivi fa discutere ancora: «La sicurezza è sacrosanta, ma rischiamo di non arrivare più in tempo nemmeno a prendere l’autostrada» – ironizza qualcuno. Al di là delle polemiche, resta una verità: i controlli su quelle strade sono spuntati perché lì troppe vite sono state spezzate. E la memoria delle croci bianche lungo il ciglio resta il monito più forte, forse più efficace di qualsiasi autovelox.
























