Dopo oltre vent’anni al Parco Archeologico di Sepino sono ripresi gli scavi archeologici nell’area alle spalle dell’arco di Nerazio Prisco.
«In prossimità del foro, cuore pulsante della vita cittadina di 2000 anni fa, alle spalle dell’arco di Nerazio Prisco si sviluppa una struttura dalla pianta particolare. Un’imponente scalinata di accesso – fanno sapere dal parco – conduce ad un vano pavimentato a grandi lastre, simili a quelle del foro, ai lati di quest’area si aprono due ambienti simmetrici terminanti con due absidi, delimitati sui lati esterni da canali di deflusso delle acque costituiti da blocchi in pietra. Lo sviluppo planimetrico e la funzione di tale complesso è ancora di difficile definizione, ma attraverso le nuove indagini archeologiche che punteranno a ripulire aree già indagate e a riportare in luce un nuovo settore dell’area alle spalle dell’arco, si avranno ulteriori dati per poter avere un quadro più completo di questo quartiere cittadino, il quale data la posizione si può ipotizzare strettamente connesso con l’arco e la vita pubblica che animava il foro. In contemporanea con lo scavo si sta conducendo un importante lavoro di rilievo e studio dei blocchi di pietra depositati nella zona e appartenenti a vari monumenti, tra questi l’arco di Nerazio Prisco e il retrostante edificio oggetto di scavo. Le prime giornate di lavoro ci hanno già regalato indicazioni molto importanti. Tra gli oggetti riportati alla luce, che ci svelano la loro antica funzione, spiccano ben 20 monete in bronzo. Queste testimonianze non solo confermano la vita pulsante in quest’area, ma ci offrono anche una datazione puntuale delle diverse fasi di occupazione e abbandono. Alcune sono già state identificate e mostrano i volti di tre imperatori che hanno segnato epoche cruciali: l’illuminato Marco Aurelio (161-180 d.C.), Treboniano Gallo (251-253 d.C.) e Valente (364-378 d.C.). Un salto temporale incredibile in così pochi frammenti di bronzo».

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