L’antica Saepinum non finisce mai di stupire. Gli scavi in corso presso il sito archeologico matesino – diretto dal dottor Enrico Rinaldi -, stanno svelando nuovi ambienti di eccezionale interesse storico. Attraverso una comunicazione diffusa sui propri canali social, dal Parco hanno annunciato una scoperta che aggiunge un tassello fondamentale alla comprensione della struttura urbana dell’antico centro:
«La nostra indagine ha centrato l’obiettivo: l’imponente architettura che stiamo scavando è effettivamente una Domus, nel vero cuore dell’antica città – spiegano -. Abbiamo seguito il corridoio d’accesso e trovato le tracce della sua grandezza originale. Ma il fascino è nella sua sopravvivenza. La Domus non è crollata: è stata rioccupata nel Tardo-Antico (dal V secolo), sfidando la crisi. Niente più lusso, ma evidenza di focolari e spazi di vita umile. Questa è la prova che la vita, adattandosi, ha trasformato l’antico splendore in una nuova dimora. Una storia incredibilmente toccante di resilienza umana e continuità abitativa. Saepinum non smette di sorprenderci».
Il ritrovamento conferma l’importanza dell’area, già interessata in passato da indagini che avevano portato alla luce il complesso termale restaurato negli anni Cinquanta.
L’attuale campagna di scavo, avviata negli scorsi anni, sta restituendo un quadro sempre più ricco delle trasformazioni avvenute nella città a partire dall’età repubblicana fino al periodo tardoantico, offrendo agli studiosi indizi preziosi sulla continuità di vita e sulle capacità di adattamento delle comunità insediate.
L’antica Saepinum, con il suo impianto urbanistico ancora leggibile e i monumenti pubblici ben conservati, si conferma uno dei siti più significativi dell’Italia centro-meridionale. Le recenti scoperte restituiscono una narrazione viva, fatta non solo di rovine ma di tracce di quotidianità: focolari, corridoi, piccoli segni del vissuto.
«In un sito archeologico fondamentale è portare avanti la ricerca condotta attraverso scavi e studi – scrivevano qualche settimana fa dal sito -. Altrettanto importante per tutelare quanto portato alla luce durante gli scavi è prendersi cura delle emergenze archeologiche, architettoniche e del patrimonio arboreo mediante un programma di conservazione programmata. A tal fine il parco ha un enorme privilegio, quello di essere sottoposto alle cure e alle attenzioni di una squadra di cinque operai, un archeologo e una restauratrice, i quali con professionalità, sensibilità e serietà, conducono attività di studio, monitoraggio dei problemi ed eseguono quei piccoli interventi che mettono in sicurezza le criticità e garantiscono a tutti noi di vivere il parco nel miglior modo possibile».
Intanto, non si escludono altre sorprese, altri pezzo inediti della città antica. Ogni strato riportato alla luce, ogni frammento, continua ad arricchire il mosaico della conoscenza su questo straordinario angolo di Molise, dove il passato non ha mai smesso di respirare sotto la terra.

























