Il confronto sugli autovelox di Bojano si sposta sul piano istituzionale, dopo l’audizione svoltasi in Prefettura a Campobasso, dove i rappresentanti del Comitato Protrignina – con in testa il presidente Antonio Turdò – sono stati ricevuti dal vice capo di gabinetto, al quale hanno consegnato la perizia tecnica redatta dopo il sopralluogo effettuato sul tratto della Ss17 in agro di Bojano. Nel documento l’associazione elenca una serie di criticità che, a loro giudizio, metterebbero in discussione le due postazioni: dalla distanza effettiva dei cartelli rispetto a quanto indicato sulla segnaletica, alle condizioni di visibilità soprattutto all’imbrunire e nelle ore notturne.
Il presidente Antonio Turdò è tornato a parlare in particolare di segnaletica «non posta alla giusta distanza», di cartelli che riporterebbero metri non corrispondenti e di un richiamo alla «omologazione» che non comparirebbe nei verbali notificati agli automobilisti. Secondo il Comitato, il nodo più serio riguarderebbe però l’assenza di adeguati segnali luminosi di preavviso, con luci di servizio che non garantirebbero un’effettiva percepibilità dei controlli all’imbrunire.
Alla luce di queste contestazioni, il Comitato ha annunciato quindi la presentazione di ricorsi gerarchici alla stessa Prefettura e invitato ancora una volta gli automobilisti a rivolgersi all’associazione per valutare la possibilità di impugnare le multe ricevute.
Intanto, il sindaco di Bojano Carmine Ruscetta nei giorni scorsi ha ribadito che l’iter di installazione e messa in funzione degli autovelox è stato condiviso con Prefettura, Anas e altri enti competenti, che hanno rilasciato i necessari atti autorizzativi. Per il primo cittadino – come affermato anche in Consiglio comunale – l’obiettivo non è «fare cassa» ma ridurre la velocità su un’arteria storicamente teatro di incidenti gravi, in un quadro più ampio di interventi per la sicurezza che comprende anche nuove rotatorie e adeguamenti della viabilità, con il Comune che non solo difende la correttezza dell’operato della Municipale e quindi dei controlli di Polizia effettuati, ma richiama anche il quadro normativo nazionale e i provvedimenti ministeriali che legittimano l’uso di dispositivi «approvati».
Sarà il tempo, ora, a chiarire ogni aspetto su un tema che continua a dividere l’opinione pubblica tra favorevoli e contrari ai rilevatori di velocità, da alcuni percepiti come un valido e utile strumento di deterrenza, mentre altri affermano di sentirsi vessati dall’utilizzo di tali strumenti.
























