Il Parco nazionale del Matese muove i suoi primi passi concreti. Ieri, a Guardiaregia, si è svolto un importante incontro in presenza che ha visto la partecipazione dei vertici regionali del Molise, del presidente del Comitato di gestione provvisorio e dei rappresentanti di Confcooperative, promotrice dell’iniziativa, oltre che dei sindaci di Guardiaregia e Campochiaro. Un momento di confronto voluto per illustrare al territorio i vantaggi legati all’istituzione di un Parco nazionale che, fin dalla sua istituzione, ha suscitato critiche e timori da più parti.
Sul tavolo anche la questione dei ricorsi presentati dai Comuni che hanno impugnato la perimetrazione attuale del Parco.
Il presidente del Comitato di gestione, Andrea Boggia, ha richiamato l’urgenza di una visione d’insieme tra le due regioni interessate: «C’è bisogno di mettere in sinergia le due regioni – ha dichiarato -. Un territorio finalmente unico, quello di Campania e Molise. Sono coinvolti, lo ricordo, 52 comuni, 87.700 ettari, quattro province e due regioni che devono intervenire su un problema che prescinde dal Parco nazionale. Purtroppo lo vediamo ogni giorni, i cinghiali ormai arrivano anche sulle sponde del Mare Adriatico».
Al suo fianco Confcooperative Molise, rappresentata dal presidente Riccardo Terriaca, che ha spiegato le ragioni dell’incontro e i prossimi obiettivi operativi: «I primi passi sono già stati compiuti da un po’ perché il Comitato di gestione è attivo già da tempo per quanto riguarda gli adempimenti ordinari. Uno dei primi obiettivi che ci siamo dati è che l’istituzione del Parco non deve rallentare in nessun modo la gestione amministrativa dei territori. Ora, con questo evento che ha voluto Confcooperative Molise per raccordare le istituzioni e il Comitato, ci siamo posti l’obiettivo di avviare un nuovo percorso di comunicazione sul Parco».
Presente, in rappresentanza della Regione Molise, anche il consigliere delegato Roberto Di Baggio, che ha ribadito la necessità di passare quanto prima dalle intenzioni alle azioni: «È importantissimo iniziare a lavorare in maniera concreta – ha affermato -. Questo è un primo appuntamento che ha una veste sia istituzionale ma anche tecnica. Dopodiché si deve passare alla parte operativa. In Consiglio regionale sono iniziate le audizioni. L’obiettivo principale è dare il giusto peso sia all’aspetto ambientale, ma anche al tessuto economico del territorio».
Sul fronte dei Comuni, i sindaci di Guardiaregia e Campochiaro hanno espresso una posizione interlocutoria: non contrari al Parco, ma critici sul metodo con cui è stata definita la perimetrazione.
«Non siamo assolutamente contrari all’istituzione del parco – ha spiegato Fabio Iuliano, sindaco di Guardiaregia –. Quello che noi condanniamo è la scelta fatta dall’alto, a Roma, sulle porzioni del nostro territorio incluse nel Parco del Matese. A Guardiaregia e Campochiaro c’è la più grande oasi Wwf dell’Italia peninsulare, quindi è assurdo pensare che i nostri comuni possano essere contrari al Parco. Allo stesso tempo, però, siamo noi a dover scegliere le sorti del nostro territorio, essendo la quasi totalità terreno privato, quindi dare anche istanza a chi ci chiede di salvaguardare la proprietà privata».
Un richiamo alla concertazione condivisa arriva anche dalla sindaca di Campochiaro, Simona Valente: «La cosa che avremmo gradito era una gestione condivisa – ha aggiunto -. Il Parco sicuramente tutela il territorio, ma lo abbiamo preservato anche noi in questi anni, perciò oggi abbiamo questa ricchezza naturalistica e ambientale così intatta. Una situazione che ci preoccupa è soprattutto quella del disciplinare. Nelle nostre aree gran parte del territorio è stato vincolato».
Un confronto pubblico, dunque, che segna l’avvio di un percorso non solo tecnico e istituzionale, ma anche di dialogo con le comunità locali, chiamate a diventare le vere protagoniste del Parco nazionale del Matese.

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