Invasioni di giardini e orti sempre più frequenti, nel quartiere Colacci, a Bojano, dove la presenza di branchi di cinghiali sta preoccupando residenti e agricoltori. Nei giorni scorsi su queste colonne le segnalazioni di cittadini preoccupati per gli avvistamenti ormai all’ordine del giorno: sarebbero una dozzina gli esemplari praticamente stazionari in zona. Sul tema è intervenuto il vicepresidente dell’associazione “La Fontanella” di via San Bartolomeo, Dario Patullo, in collegamento su “Buongiorno Regione” della Tgr Molise.
«Il problema esiste da tempo – racconta Patullo -, vediamo sempre più spesso i cinghiali circolare nelle campagne e nelle terre private. Qualche volta sono stati avvistati anche dentro i giardini. Tanto è vero che proprio dietro casa mia, la moglie di un amico mi ha chiamato perché essendo con una bambina era preoccupata per la presenza di un cinghiale».
Le famiglie, soprattutto quelle con bambini piccoli, vivono da tempo questa situazione con apprensione. «Purtroppo quando i cinghiali hanno dei cuccioli – prosegue Patullo – le scrofe diventano più aggressive e questo potrebbe causare qualche problema. Per il momento fortunatamente non si sono verificati casi di aggressione, ma è chiaro che la paura resta».
Il fenomeno non riguarda solo la frazione di Colacci. Anche Monteverde e Castellone – più periferiche e prossime alle aree rurali del Matese – devono fare i conti con gli animali selvatici. A spiegarlo un giovane agricoltore della zona, Gabriele Taddeo: «Il cinghiale è un problema importante perché nelle zone di salvaguardia dove non c’è alcun tipo di controllo faunistico hanno la possibilità di riprodursi in maniera totalmente incontrollata. Buona parte dei terreni che conduco si trovano proprio in una di queste zone, per cui ogni anno ci dobbiamo inventare mille strategie per cercare di arginare il problema».
Gli accorgimenti messi in campo hanno costi sempre più alti: «Produrre il granturco è diventato impossibile. Nel nostro contesto già impoverito, quel poco di lavoro legato all’agricoltura viene vanificato dalle scorribande di questi animali».
Ma non si tratta solo di danni economici. «Nelle zone rurali la presenza così attiva del cinghiale diventa anche una questione di sicurezza per le persone che ci vivono – prosegue Taddeo – capita non raramente di imbattersi in grandi branchi che attraversano le strade e causano incidenti. Molti a Bojano ricorderanno l’episodio avvenuto nemmeno un anno fa, quando una scrofa ha partorito lungo il ciglio della strada in una zona centralissima di Monteverde: l’area fu interdetta e i cittadini furono avvisati del pericolo, perché l’animale si era dimostrato aggressivo verso chi passava».
La questione si intreccia anche con l’istituzione del Parco nazionale del Matese, che ha riacceso il dibattito sul possibile aumento della fauna selvatica. Alcuni – specialmente i cacciatori – temono che l’area protetta possa trasformarsi in un “serbatoio di riproduzione” dei cinghiali. Patullo sul tema precisa: «Il problema non è il Parco. L’attività venatoria va regolamentata e questo spetta ai nostri politici: sono loro che hanno il dovere di tutelare il cittadino e salvaguardare il territorio».
Nelle scorse settimane la Regione ha approvato in tal senso un Piano straordinario di gestione e contenimento, che attribuisce – ad esempio – ai sindaci la possibilità di autorizzare abbattimenti in via eccezionale, installare dissuasori e recinzioni con procedure semplificate, e intensificare i controlli sulla proliferazione delle specie selvatiche.
Le nuove misure, che riguardano anche altre specie animali, hanno però suscitato forti critiche da parte dei movimenti animalisti come la Lav che ha diffidato la Regione chiedendo di annullare il provvedimento, minacciando azioni legali. La controproposta verte su soluzioni alternative come l’uso di dissuasori sonori e visivi, o lo sviluppo di una campagna per ridurre la fertilità dei cinghiali.
Di questo e da tempo discutono le istituzioni, mentre i cittadini continuano a convivere con una presenza sempre più ingombrante – fra orti devastati, incidenti stradali e la paura, quotidiana, di incontrare un cinghiale a pochi metri da casa.
























