“Milioni di euro andati in fumo, stipendi arretrati da aprile, azienda sull’orlo del baratro: la Regione è complice di questo disastro e infatti copre i responsabili invece di rimuoverli”, commenta il consigliere di Costruire democrazia Massimo Romano che sulla Solagrital registra un silenzio inquietante alla vigilia del tavolo tra Regione e sindacati. Per Romano il caso Solagrital va portato in Parlamento. Nella giornata odierna, venerdì 20 luglio, si terrà l’incontro tra azienda, sindacati nazionali e Regione, sul tavolo c’è il futuro dell’azienda avicola bojanese, la più grande realtà produttiva del Matese e di tutto il Molise centrale.

“Si parlerà di cassa integrazione per circa 100 lavoratori, di mobilità per oltre 70, di una ipotesi di concordato preventivo e della ennesima ricapitalizzazione milionaria da parte della Regione – ha dichiarato Romano -. Al momento si tratta di indiscrezioni più o meno fondate. Ma quello che spaventa è il silenzio di tomba che si registra alla vigilia di questo appuntamento, non soltanto nel dibattito politico, non soltanto a livello mediatico, non soltanto a livello sindacale, ma soprattutto a livello istituzionale: che cosa dirà la Regione a quel tavolo? Con quali poteri? Con quale legittimazione? Insieme ai colleghi Monaco e Di Donato, il 25 giugno scorso abbiamo indirizzato una nota ufficiale con la quale chiedevamo di sospendere la procedura di mobilità preannunciata e di verificare la stabilizzazione della forza lavoro impiegata in questi anni con contratti precari (avventiziato) in modo se del caso elusivo delle norme giuslavoristiche, nonché di verificare se il beneficio della Cigs per i lavoratori a tempo indeterminato fosse compatibile con il massiccio ricorso a manodopera precaria e dunque a pretendere, dall’azionista pubblico Regione, di prendere provvedimenti nei confronti del management dell’azienda responsabile del disastro che si va profilando. Dalla Regione, silenzio" – fa notare il leader di Costruire democrazia.

"Il 5 luglio sono intervenuto nuovamente per sollecitare la Regione a pretendere un doveroso accertamento delle responsabilità, nonché ad intervenire per garantire il pagamento delle spettanze arretrate dei lavoratori. Ancora silenzio. Sono ormai 2 anni e mezzo che ho denunziato alla Procura di Campobasso e alla Procura della Corte dei Conti del Molise la vergognosa operazione finanziaria messa in campo dalla Regione sulla filiera avicola: un gioco di scatole cinesi in cui si intrecciano personaggi che giocano tripli e quadrupli ruoli, talvolta come privati altre volte come rappresentanti del pubblico, di crediti milionari che la Regione vanta verso operatori economici privati che non vengono neppure sfiorati, management che falliscono e nonostante ciò restano al loro posto, di sindacati che non aprono mai bocca anche di fronte a prevaricazioni palesi, di stipendi arretrati ai lavoratori ai quali si negano i buoni pasto e a cui sembra che l’azienda abbia omesso di versare i contributi previdenziali e Tfr che tuttavia figurano in busta paga, e di ricapitalizzazioni di società decotte con denaro pubblico dei contribuenti senza mai scomodare i privati a fare la loro parte. Il tutto con il silenzio di una larga parte anche delle forze di opposizione. Che poi è lo stesso schema delle altre realtà dell’agroalimentare che sappiamo, dopo anni di depistaggi e cialtronerie, che fine hanno fatto. Ma vuoi vedere che alla fine il colpevole di tutto sarà solo Elvio Carugno e che nessuno aveva visto nulla e nessuno si era accorto di nulla? – si chiede Romano che poi prosegue: Mi chiedo come sia possibile che di fronte a questo disastro tutti i responsabili restino al loro posto, e che la Regione non muova un dito. Neanche di fronte alla citazione in giudizio del sottoscritto per aver esercitato il proprio mandato istituzionale di consigliere regionale di opposizione”.

Romano pone quindi una serie di interrogativi: “I 4 Milioni di ottobre sono già finiti? Il direttore generale che li ha erogati non ha nulla da dire al riguardo? Per gli organi di controllo è tutto regolare? Quanti soldi ci hanno messo i privati che stanno in Solagrital? Il management ha restituito i premi di risultato oppure no? Quanti soldi deve avere la Regione dai privati e perché non li chiede indietro? All’incontro di oggi a che titolo partecipano i sindacati nazionali ed in che misura le decisioni saranno concertate con le Rsu e con le segreterie regionali? La Regione non muove un dito per chiedere il pagamento delle spettanze pregresse dei lavoratori? Il management resta al suo posto? Iorio & co. hanno già assicurato l’ennesima ricapitalizzazione? Con quali soldi? Possibile che tutti facciano finta di nulla e che il prezzo debbano pagarlo sempre i lavoratori e le loro famiglie e i contribuenti molisani? Che cosa aspetta la Regione a rimuovere il management, a recuperare fino all’ultimo centesimo i propri crediti milionari dai privati, a ripristinare trasparenza e correttezza nella gestione del personale e a mettere ordine nel ricorso alla cassa integrazione, a sospendere la procedura di mobilità e a far luce sui premi di produttività del management? E cosa aspettano i sindacati a pretendere un doveroso accertamento delle responsabilità che hanno condotto a questo stato di cose e che ancora una volta qualcuno vorrebbe far pagare solo ai lavoratori? E, a proposito degli esposti che da due anni ho indirizzato alle competenti Procure, sono stati archiviati, ma non ho mai ricevuto avviso di archiviazione, o sono ancora in corso indagini? E cosa aspettano i parlamentari molisani per portare il caso in Parlamento? O anche stavolta aspettiamo che vengano portati i libri in tribunale per gridare allo scandalo?”. Domande alle quali chi di dovere prima o poi dovrà comunque rispondere.

 

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