Il Movimento «Area Matese» è fortemente preoccupato per l’assenza di un governo locale che possa far sentire la sua voce ai vari tavoli istituzionali, soprattutto in un momento particolarmente delicato come quello che sta attraversando la città e l’intera area matesina.
«Bojano sta attraversando la sua ora più buia dal dopoguerra – spiega il portavoce del movimento, l’avvocato Alfonso Mainelli -. Ci hanno tagliato fuori da ogni accesso serio ai fondi pubblici, dopo averci distrutto una realtà produttiva che poteva stare sul mercato se non ci fosse stata una mala politica sulla quale non si è voluto far pienamente luce; ci hanno sottratto milioni di euro dal fondo per l’occupazione per realizzare piccole infrastrutture, come la inutile strada da 4 milioni di euro, alle spalle della ex Gam, mentre tanti padri di famiglia erano rimasti senza lavoro; non abbiamo nessun ruolo nel Parco Nazionale del Matese, nell’Accordo Programma Quadro Molise Interno, e come se ciò non bastasse sono venuti nel Molise a spendere 220 milioni in opere che non hanno alcuna priorità in questa situazione né attinenza con le finalità dei Contratti Istituzionali di Sviluppo.
L’Area di crisi Industriale Complessa – incalza ancora – si è risolta in niente, e ci sarebbe ancora tantissimo da dire. E tutto questo proprio quando siamo più deboli in quanto, essendo commissariato il Comune, non abbiamo un’amministrazione che ci difenda, ma solo un Commissario che, peraltro, non riceve i cittadini che protestano per questa deriva ambientale che ritorna dalle nostre parti senza adeguati controlli sugli effetti che ne derivano. E’ un declino terribile al quale assistiamo senza alcuna reazione, divisi come siamo tra chi mantiene un minimo di sicurezza economica e chi ha perso quasi tutto.
Se non lo fermiamo adesso, rivendicando la nostra dignità cittadina, questa notte fonda durerà anni. E le elezioni comunali non c’entrano niente, sono di là da venire e non mi vedranno, comunque, candidato, ma quando arriveranno la spartizione di fondi sarà conclusa da tempo, e con essa anche le nostre speranze di ripresa».

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