Un autentico bagno di folla ha accolto, ieri pomeriggio, al Palasassi di Matera, trasformatosi per la circostanza in un ampio luogo di culto, in una immensa Cattedrale, la figura di don Biagio Colaianni, elevato al ruolo di vescovo dell’arcidiocesi di Campobasso-Bojano da Papa Francesco, nella giornata dello scorso 6 dicembre, festività di San Nicola, per la rituale cerimonia di consacrazione. C’è voluto un palazzetto dello sport, capace di contenere circa 1.200 spettatori, per fronteggiare un evento che altrimenti avrebbe visto la presenza di meno della metà delle persone. Si è capito da subito, da quando, sin dal mattino, il vescovo celebrante dell’arcidiocesi di Matera-Irsina, Antonio Giuseppe Caiazzo, ha voluto destinare un messaggio ai fedeli della Diocesi, che sarebbe stata una cerimonia speciale, intrisa di una spiritualità profonda e di una fede incrollabile. «Come Dio ci ha creati, plasmati e amati, – ha scritto Caiazzo – così il ministero episcopale deve essere espresso in questo servizio a favore di ogni creatura perché sia plasmata e amata, consapevole di avere sempre davanti uomini e donne che chiederanno di essere guariti con quella grazia divina che la pienezza del sacerdozio fa esprimere nella gratuità». È stato il degno prologo ad un tradizionale appuntamento che, comunque lo si intenda, suscita particolari suggestioni ed emozioni. Sia le une che le altre sono state palpabili e intense da parte di tutti i presenti e, in qualche caso, anche emotivamente coinvolgenti, in un luogo, il palazzetto dello sport del capoluogo lucano, appositamente consacrato, specie in chi è stato il destinatario di tutta la manifestazione. Una manifestazione che, come è stato ripetutamente affermato, ha richiamato il pubblico delle grandi occasioni, in grado di avvolgere in un genuino abbraccio di vicinanza il nuovo pastore del gregge dell’arcidiocesi di Campobasso-Bojano, che sostituirà monsignor Giancarlo Bregantini. Hanno presenziato davvero tutti, nessuno ha voluto far passare l’ordinazione episcopale di Biagio Colaianni senza far sentire il proprio respiro. Ad iniziare, naturalmente, da tutti i suoi cari familiari, dai suoi colleghi vescovi del Molise, dell’Abruzzo e della Basilicata, ai quali si è unito con immensa gioia, don Rocco Pennacchio, arcivescovo metropolita di Fermo, nelle Marche, anche egli consacrato dall’odierno celebrante circa sette anni fa, originario di Matera, oltre che fraterno amico di don Biagio. E poi una pletora di sacerdoti, diaconi, religiose e religiosi, seminaristi delle diocesi di Matera-Irsina, Tricarico e Campobasso-Bojano, che ha riempito lo spazio dedicato all’improvvisato e momentaneo presbiterio fornendo, laddove richiesto, la propria collaborazione al rito, preparato nei minimi dettagli, senza trascurare alcun particolare. Una organizzazione perfetta ed efficiente, come la cerimonia richiedeva, ad iniziare dal libretto per la celebrazione eucaristica a disposizione degli intervenuti, di ottima fattura. Nessuna sbavatura che potesse macchiare il ricordo di una celebrazione da passare con infinita gioia e come immenso dono di Dio agli archivi delle due arcidiocesi, di Matera e Campobasso, ma, in maniera particolare, in quella lucana. Infine, la immensa folla di fedeli, incalcolabile nella sua interezza, che dal Molise, dalla Basilicata e da altri centri, ha preso d’assedio la città dei sassi, quasi a voler testimoniare una specie di continuità di affetto manifestata in occasione della splendida partecipazione registratasi nella circostanza in cui Matera, nel 2019, è stata città della cultura italiana, ma soprattutto per cingere in un familiare abbraccio il figlio di questa terra, elevato a vescovo della Chiesa cattolica, tanto per non mischiare il profano con il sacro. Una cornice meravigliosa ha avvolto don Biagio Colaianni, che emozionatissimo per l’accoglienza ricevuta, a conclusione della cerimonia, ha avuto parole di apprezzamento e ringraziamento per tutti, a cominciare da papa Francesco che, evidentemente, assecondando un disegno divino, ha chiamato all’importante e delicato ruolo di vescovo, il vicario della diocesi materana. Che lascia il proprio pascolo per andare a governare quello molisano di Campobasso, che lo attende con simpatia nella consapevolezza che saprà subito far breccia nei loro cuori. Al di là di ogni retorica, si è consumato un rito affascinante e ricco di attrattiva, in cui sono stati visibilmente presenti la grazia e il dono del Creatore. Al quale, pure, monsignor Colaianni ha riservato il grazie più possente per averlo prescelto, confezionandogli il prezioso dono. Benvenuto caro don Biagio, il Molise già ti ama.

Michele D’Alessandro

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