Un altro tassello che si aggiunge al quadro che delinea gli atti inclusivi nella nostra città. È stata infatti approvata dalla giunta Battista la delibera con la quale parte il progetto di un parco giochi inclusivo ideato da tempo dall’amministrazione e dal Cnis e recentemente fatto proprio dal Rotary Club di Campobasso che si sta facendo carico oltre che della gratuità del progetto, anche della tuttora aperta raccolta fondi in città. L’assessorato all’Urbanistica dà così il via alla riqualificazione e trasformazione dell’area giochi, collocata in Villa de Capoa, con strutture e postazioni, senza barriere di sorta, utilizzabili da qualsiasi bambino della città.
L’intervento sarà presumibilmente avviato e realizzato entro la primavera 2019.

E intanto il chioschetto liberty rischia l’abbattimento

Era l’unico punto di ristoro all’interno di Villa de Capoa. Il chiosco chiuso da un paio di anni, tanto amato dai campobassani, ora però rischia di diventare solo un lontano ricordo. La struttura infatti potrebbe essere demolita a breve. A sollevare la questione, dopo la ‘levata di scudi’ sui social, è stato il consigliere pentastellato Roberto Gravina che ha ricostruito la ‘storia’ del chioschetto: «Era il 2016 quando arrivano le prime segnalazioni riguardanti la situazione amministrativa, ovvero l’ordinanza di demolizione firmata nel lontano 2010 dall’allora dirigente per conclamato abuso. Un abuso, è bene chiarirlo subito, derivante dal mancato pagamento, da parte del concessionario, della tassa di occupazione di suolo pubblico.
Complici una serie di accadimenti, la vicenda torna attualissima. Dapprima una generosa rateizzazione concessa ad un venditore ambulante; poi la decisione dell’Amministrazione, sottoposta all’approvazione del Consiglio, di acquisire al patrimonio un chiosco in legno insistente su territorio comunale, adiacente il bocciodromo. Ho deciso così di prendere in esame la questione, soprattutto perché pareva assurdo decidere di demolire una struttura architettonicamente bella. Anzi, sicuramente da riaprire urgentemente posto che non è accettabile che l’unica villa comunale sia priva di un luogo in cui bere e mangiare qualcosa. Insomma, il rilancio della villa non può che passare anche da questo.
Scrivo alla struttura “sovraordinata” diretta dal dirigente Antonio Iacobucci, già direttore generale dell’Amministrazione comunale negli anni in cui la concessione veniva data a Franco Di Soccio e poi revocata. Nella missiva chiedevo, in buona sostanza, previa sanatoria dell’abuso, l’acquisizione del chiosco al patrimonio del Comune, per una sua futura funzionalizzazione a costo zero.
Seguivano anche degli incontri con gli uffici “urbanistica” e “patrimonio”; a quest’ultimo, in particolare, unitamente all’assessore di riferimento, avevo consigliato di acquisire il chiosco al patrimonio prevedendo poi un bando per una concessione almeno decennale – per un importo simbolico anche di 50,00 euro annue – al fine di conciliare la necessità di riavere un chiosco bello e funzionante con i costi per la sua riparazione a carico di colui che avrebbe risposto al bando.
Niente di niente: per la struttura, dopo una perizia di stima fatta da tecnico comunale, il chiosco sarebbe “marcio” e quindi non avendo alcun valore, non deve essere acquisito ma va demolito. Punto!
Succede, poi, che spinto dalla curiosità, decido di fare un sopralluogo serale presso la Villa insieme ad un falegname ed alla collega Paola Felice e succede che trovo un chiosco sicuramente bisognoso di interventi ma incredibilmente ancora in buono stato. Gli interni, in particolare, dopo essere stati lavati, risultano incredibilmente nuovi e pronti ad essere utilizzati; il tetto perfettamente integro, gli infissi idem.
Solo l’esterno ha bisogno di essere ristrutturato, con sostituzione di qualche listello di legno; ed una trave, ci dicono, deve essere sostituita. Per il resto, il chiosco in legno, ispirato allo stile Liberty, è ancora bello da vedere e lo sarebbe ancor di più se riaperto finalmente per destinarlo a servizi per la collettività.Ed invece? Vince l’ottusità, vince ancora una volta la scarsa coerenza di questa Amministrazione, che acquisisce una struttura anonima in via insorti d’Ungheria e decide invece di demolirne una bella e soprattutto utile a contribuire alla rinascita della bella villa de Capoa».
Ma da Palazzo San Giorgio fanno sapere che nulla ancora è stato deciso e che l’abbattimento è solo un’ipotesi in fase di valutazione. Sta di fatto che la notizia ha suscitato molto scalpore in città e la maggior parte dei campobassani auspicherebbe la riapertura del chioschetto.

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