Ha lasciato il carcere di via Cavour dove era rinchiuso dallo scorso 26 settembre ed è stato ristretto ai domiciliari. Il 32enne bracciante agricolo di Baranello che nella sua casa in campagna aveva messo in piedi una serra per la coltivazione di marijuana ha ottenuto una pena meno afflittiva dal giudice del Tribunale del Riesame che ha accolto la richiesta del legale Nicola Cerulli.
Il giovane era stato arrestato dai Carabinieri del Nucleo Investigativo di Campobasso che, nella cascina di Baranello avevano sequestrato 20 piante di marijuana, pari a circa 45 chili di sostanza stupefacente.
Nel terreno di sua proprietà il 32enne aveva creato un vero e proprio indotto per la coltivazione di marijuana con tanto di strumentazione sia per la crescita delle piante (copertura, bacino artificiale, fertilizzanti e impianto di irrigazione) sia per la successiva essicazione (ripiani ventilati e ventilatore).
Complessivamente nel corso della perquisizione i militari hanno sequestrato 20 piante di altezza variabile, fino ad un massimo di due metri, oltre a 3 chilogrammi di marijuana in fase di essicazione e 1,5 chilogrammi della stessa sostanza già essiccata e pronta per la vendita al dettaglio.
Il quantitativo di sostanza stupefacente sequestrata, una volta immessa sul mercato, avrebbe fruttato al circuito criminale una cifra superiore ai 260.000 euro.

 

 

 

*in foto: l’avvocato Cerulli

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