«Era necessario un chiarimento a fronte dei dubbi che sono stati sollevati rispetto ai fatti che abbiamo denunciato». Con queste parole l’avvocato Vincenzo Iacovino ha aperto la conferenza stampa tenutasi ieri mattina nello studio legale di via Berlinguer, a pochi giorni dalle dichiarazioni del commissario Iacp sulla vicenda, balzata agli onori della cronaca nazionale, che vede protagonista un’anziana donna residente in una delle case popolari in via Romagna la quale afferma di essere stata aggredita in ascensore da un ratto.
«Dire che l’episodio non sia accaduto semplicemente perché, secondo le immagini, la signora sarebbe uscita tranquillamente dall’ascensore non significa nulla. Prima di tutto si tratta di valutazioni che non negano i fatti che abbiamo denunciato e che saranno portate sicuramente all’attenzione dell’autorità giudiziaria. Inoltre le immagini non possono affermare quanto accaduto nell’ascensore, dove non c’è videosorveglianza, e non testimoniano alcunché rispetto a quanto contestato».
L’avvocato, insieme alla signora Tommasiello e ai colleghi Silvio Tolesino e Francesco Beer, ha poi ripercorso le tappe della vicenda: «Quel giorno la signora si trovava in ascensore quando ha sentito qualcosa caderle in testa. Con un gesto della mano ha cercato di spostarla. Poi, mentre si è abbassata per riprendere le buste della spesa poggiate a terra, il ratto le è saltato addosso aggredendola e graffiandola ad uno zigomo. La figlia, che nel frattempo l’ha raggiunta, ha notato il suo stato di alterazione e le ha chiesto cosa fosse successo. Tornata a casa il dolore ha iniziato a farsi più pressante. La donna si è rivolta, dunque, alla guardia medica che l’ha indirizzata al pronto soccorso. Da lì è stata trasferita nel reparto di Oculistica dove hanno eseguito esami strumentali seguiti da diagnosi, prognosi e relativa certificazione medica. Questi sono i fatti».
Oltre all’episodio in sé l’avvocato è tornato ad evidenziare la problematica principale che ha generato la vicenda, ovvero il degrado in cui versano le abitazioni delle case popolari, riportando anche un’altra segnalazione raccolta, pochi mesi fa, dal collega Massimo Romano: «Già a febbraio la signora ha subito un’altra aggressione di un ratto, sempre nelle vicinanze delle case popolari. Inoltre qui con me ho la diffida, che ha firmato anche la signora Tommasiello, datata 13 giugno 2023, con cui l’avvocato invitava le autorità a rimuovere il materiale edile e la sporcizia causata dai rifiuti speciali in stato di abbandono. Una vergogna che in un Paese civilizzato non dovrebbe assolutamente esistere. Inviterei il commissario dello Iacp a valutare questa situazione, ovvero lo stato di degrado in cui versano gli immobili, il più delle volte fatiscenti, in cui nel 2023 sono costretti a vivere questi cittadini».
Ad essere chiamata in causa dal legale anche l’Amministrazione comunale, cui spettano le operazioni di derattizzazione. «A prescindere da questo particolare episodio resta il fatto che la città è infestata dai ratti. La presenza di topi deriva dal fatto che probabilmente la derattizzazione posta in essere non è sufficiente. Abbiamo evidenziato e documentato che regna uno stato di degrado assoluto. Inviterei questi amministratori non solo a visitare gli immobili ma ad abitare lì per un mese».
Ancora visibilmente scossa per quanto accaduto la signora che non accetta di essere considerata una bugiarda: «Io non voglio fare del male a nessuno, vorrei solo che venisse rimossa quell’immondizia. Ho dovuto denunciare per forza quanto accaduto. Non sono cattiva ma sono dovuta diventare cattiva. Perché devo sentirmi chiamare bugiarda? Da chi poi?».
Tra le lacrime ha poi aggiunto: «Ho sei nipotini e la mia più grande preoccupazione è che possa trasmettergli qualche malattia. Ho intenzione di effettuare esami specialistici per scongiurare la presenza di infezioni, anche se, fortunatamente, quando mi sono recata in ospedale, i tamponi effettuati sono risultati negativi».
Intanto dallo studio Iacovino & associati annunciano battaglia: «Andremo avanti. Verificheremo le immagini, perché ne abbiamo diritto e ne chiederemo l’acquisizione tramite la legge che ci consente l’accesso agli atti. Siamo pronti a chiedere un risarcimento, qualora la signora ce ne darà mandato, a tutti i soggetti responsabili di quanto accaduto».
sl

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