Il 31 ottobre 2002 non erano ancora nati gli studenti della VA del Liceo Scientifico quando, in una manciata di secondi, una intera generazione di bambini di San Giuliano di Puglia fu spazzata via dal crollo della loro scuola, il luogo dove si sentivano sicuri. A venti anni da quella immane tragedia, i ragazzi del Romita hanno ricordato una delle pagine più dolorose nella storia del Molise dal Dopoguerra, con una mostra documentaria inaugurata ieri mattina nell’aula magna dell’istituto in via Facchinetti. Il lavoro è stato realizzato insieme alla professoressa Carmen Adamo, nell’ambito del Pcto e in collaborazione con Resism, la rete interregionale tra scuole superiori creata con l’obiettivo di conoscere il rischio sismico nel nostro Paese. Attraverso un percorso partito proprio nel ventennale del sisma di San Giuliano, gli studenti della VA hanno portato avanti la loro ricerca, raccolto informazioni attraverso articoli di giornali e testimonianze direttamente da chi quella drammatica pagina di cronaca l’ha subìta, lasciando sotto le macerie della scuola Jovine un pezzo del proprio cuore, o l’ha vissuta in prima persona come i vigili del fuoco che per 48 ore di fila hanno scavato fino a quando l’ultimo bimbo non è stato estratto da quel cumulo di detriti, partecipando a mostre e attività sul campo. Ne è venuto fuori un lavoro puntale e completo che ha analizzato il tragico evento da ogni punti di vista, non solo della cronaca, ma anche sotto il profilo economico e sociale e non ultimo quello giudiziario. I ragazzi della VA del Liceo Scientifico di Campobasso hanno saputo raccontare, attraverso la forza delle immagini, i danni che il terremoto ha procurato al patrimonio edilizio e in termini di vite umane. Un progetto che può considerarsi un manifesto: «Diffondere la conoscenza e la consapevolezza del rischio sismico, perché i terremoti del passato ci indicano dove e con quale forza potranno colpire quelli del futuro. E che in generale non sono i terremoti a fare vittime ma gli edifici, allora è essenziale essere informati e preparati sulla sicurezza degli edifici stessi sia come cittadini che come “addetti ai lavori”».

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