Si sono presentati compatti davanti alla stampa per tracciare un bilancio – a loro dire del tutto fallimentare – dei cinque anni di governo grillino, ma soprattutto per lanciare un chiaro messaggio in vista del voto dell’8 e 9 giugno: il centrodestra è unito e pronto a mettere in campo «almeno otto liste» per tornare al vertice di Palazzo San Giorgio.
I consiglieri di Lega, Popolari per l’Italia, Fratelli d’Italia, Forza Italia e del gruppo misto, hanno dato ufficialmente il via alla campagna elettorale per le amministrative di Campobasso, partita un po’ in sordina.
Ad eccezione del cantiere civico di Massimo Romano e Pino Ruta, gli unici ad ‘aprire le danze’ con largo anticipo, fino ad ora le coalizioni altre coalizione hanno lavorato sottotraccia, senza sbilanciarsi su programmi, possibili alleanze e, soprattutto, sui nomi. Ieri però Alberto Tramontano, Salvatore Colagiovanni, Carla Fasolino, Mario Annuario, Domenico Esposito e Giuseppina Passarelli (assenti Alessandro Pascale e Massimo Sabusco, ndr) hanno scoperto le carte, lanciando il guanto di sfida.
«È già iniziata una proficua interlocuzione sia con il governatore Francesco Roberti che con i coordinatori dei partiti – ha sottolineato Tramontano, che non ha mai nascosto la disponibilità a scendere in campo come candidato sindaco – e mai come questa volta abbiamo riscontrato attenzione verso gli amministratori locali.
La compagine dei consiglieri comunali di Campobasso dovrà dire la propria sia sul programma e anche sulla scelta della squadra di governo. Noi incideremo perché la scelta non sarà calata dall’alto ,ma deve raccogliere il know how di chi ha lavorato ha fatto opposizione e ci ha messo la faccia rappresentando i propri concittadini».
Sulla scelta del candidato sindaco Tramontano cita Andreotti: «Non vediamo giganti intorno a noi, qualora il tavolo dovesse presentarci un gigante politico che può rappresentare la giusta guida del centrodestra, allora saremo disposti ad accogliere anche proposte alternative. Sicuramente i partiti dovranno dialogare in via prioritaria con noi, perché siamo i più titolati avendo fatto esperienza diretta e perché sappiamo quali sono le priorità di Campobasso. Senza di noi difficilmente si potrà fare un programma e comporre una squadra di governo in linea con le esigenze della comunità cittadina».
I bene informati danno la casella del candidato sindaco del capoluogo già assegnata al partito di Giorgia Meloni, un’ipotesi che i consiglieri, all’unisono, smentiscono. «Nessuna casella assegnata, solo legittime richieste dei partiti ma nulla è deciso», tagliano corto.
Poi passano alla disamina dei provvedimenti dell’amministrazione 5 stelle. Quelli maggiormente osteggiati, come la Ztl nel centro storico e la pista ciclabile, ma pure la programmazione sulla Cultura, la gestione della Sea e l’edilizia scolastica. Nel mirino anche il progetto finanziato dal Cis che prevede la realizzazione di un parcheggio multipiano in piazza della Repubblica e un collegamento viario tra via Genova e la Tangenziale Est. «Per poco più di un chilometro di strada – punzecchia Esposito – servono 7 milioni. Un’opera inutile che verrà realizzata in tre anni, almeno sulla carta. Io scommetto che non vedrà mai la luce».
Tramontano rimarca gli «errori madornali sulla programmazione degli interventi di edilizia scolastica, come l’accensione di un mutuo per riadattare la Cittadella dell’Economia con le scuola-ponte, quando a 100 metri si poteva utilizzare e adattare sismicamente la Casa della scuola Enrico D’Ovidio con risorse minori in attesa della ricostruzione degli edifici abbattuti». Anche sulla Ztl il commento è aspro: «Non si può chiudere il centro storico, che vive già da anni immani difficoltà, senza dare un ‘ristoro’ ai commercianti e alle attività ricettive, penso ad esempio ad una fiscalità di vantaggio».
Sulla manutenzione delle strade, «non è stato fatto nulla, se non bitumare marciapiedi in modo antiestetico e vergognoso – aggiunge Annuario – con i lavori per rimuovere le radici in via Manzoni iniziati solo dopo quelli della pista ciclabile invece di farli prima».
Nelle prossime settimane ci sarà anche un consiglio monotematico, chiesto proprio dal centrodestra, sulla gestione della Sea da parte dell’amministratore unico Stefania Tomaro. Alla municipalizzata che si occupa del servizio di gestione del ciclo integrato dei rifiuti, dell’igiene e della salubrità urbana, la gestione delle aree verdi, il servizio di sgombero neve nonché la gestione dei parcheggi, è stato recentemente aumentato il capitale sociale, ma le operazioni avvenute all’interno dell’azienda non sono piaciute a Salvatore Colagiovanni: «L’amministratore non è mai venuto in commissione a spiegare alcunché, preferendo affidarsi a lunghi comunicati diffusi sulla stampa: fanno concorsi e spostamenti di personale a ridosso elezioni, cosa l’attuale amministrazione condannava, minacciando di andare in Procura, quando sedeva all’opposizione. Per cui chiederemo in Aula, perché è lì che per noi si fa la politica piuttosto che in Tribunale, se questa azienda sia uno strumento per migliorare i servizi per i cittadini o serve a qualcuno del Comune? Pensano di stravolgere tutto negli ultimi sei mesi, ma – conclude il capogruppo dei Popolari per l’Italia – è evidente che hanno perso il controllo».
md

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