Manca un solo tassello per comporre il puzzle delle amministrative dei prossimi 8 e 9 giugno, ma la strada sembra ancora in salita e la partita si complica di giorno in giorno. La quadra all’interno del centrodestra non è stata trovata nonostante lo stato maggiore di Fratelli d’Italia – Donzelli in prima persona – abbia designato Quintino Pallante come candidato sindaco, ritenuto un profilo capace di mettere d’accordo tutte le anime della coalizione. Invece, in attesa della risposta del presidente del Consiglio regionale, la carta scelta dal partito di Giorgia Meloni si sta rivelando alquanto divisiva. Se da una parte le altre forze del centrodestra continuano a rimarcare che nulla è stato deciso (in particolare la Lega), dall’altra il partito di Vincenzo Niro non sembra intenzionato a rinunciare ad una casella – quella del candidato sindaco – che a Campobasso reclama da anni. E proprio ieri mattina, nel corso del Consiglio monotematico sulla questione Roxy, Popolari per l’Italia ha lanciato un altro chiaro segnale agli ‘alleati’ con il passaggio nel gruppo della consigliera Giuseppina Passarelli (eletta nel 2019 con i 5s e poi passata al gruppo msito, ndr). Ora, dunque, il partito guidato da Salvatore Colagiovanni a Palazzo San Giorgio conta quattro consiglieri e di fatto diventa il gruppo più nutrito dell’opposizione. Un messaggio neppure troppo velato all’indirizzo della coalizione: “a Campobasso siamo ben radicati sul territorio e abbiamo una forte rappresentanza nel Consiglio comunale, così come in quello provinciale. Colagiovanni non lo esplicita ma lo lascia intendere: l’ennesima scelta calata da Roma (come cinque anni fa, ndr), non ci trova d’accordo.
Questo il clima alla vigilia del tavolo del centrodestra, convocato per domani pomeriggio, a cui Vincenzo Niro non dovrebbe partecipare perché fuori regione fine a sabato. Insomma, i presupposti non sono dei più rassicuranti.

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