Alle fine, dopo trattative e tavoli infiniti, il cerchio sembra essersi chiuso. Aldo De Benedittis, ex assessore della giunta Di Bartolomeo, è l’uomo scelto per fare sintesi nel centrodestra. A riuscire nell’impresa di mediare tra le anime – e le rivendicazioni – dei vari partiti è stato il presidente Francesco Roberti che ha convocato i coordinatori regionali nelle scorse ore. La convergenza sulla figura di Aldo De Benedittis, esponente di Forza Italia, è stata raggiunta con il benestare di Fratelli d’Italia, che dunque ha rinunciato alla casella del capoluogo per non minare la compattezza della colazione, dell’Udc e di Noi Moderati, mentre la Lega ha chiesto altro tempo per ricevere l’ok da Roma. Il leader regionale del Carroccio si sarebbe recato nella Capitale proprio per discutere della candidatura con Locatelli, responsabile degli enti locali della Lega, e il responso dovrebbe arrivare nelle prossime ore, anche se i bene informati danno la partita già chiusa. Dunque solo i Popolari per l’Italia sono in attesa dell’ufficialità per svelare le carte.
Ieri pomeriggio, infatti, alle 17, Salvatore Colagiovanni ha convocato la stampa per lanciare l’ultimatum al centrodestra. «Non c’è più tempo, la coalizione deve ufficializzare il nome del candidato sindaco altrimenti noi andiamo avanti per la nostra strada». Il capogruppo dei Popolari per l’Italia ha rotto il silenzio davanti ai suoi alleati e alla stampa, all’hotel San Giorgio, per scuotere la campagna elettorale paralizzata dallo stallo del centrodestra.
«È impossibile, al 17 aprile, di pensare di arrivare al 10 e all’11 maggio (la scadenza per la presentazione delle liste, ndr) senza un candidato sindaco e senza un programma condiviso. Siamo pronti a convergere su un candidato di sintesi della coalizione o sul nome del sottoscritto, che è sul tavolo da settimane, purché si faccia in fretta e purché si creino le basi per vincere la competizione».
Salvatore Colagiovanni però ricorda la sua esperienza amministrativa conquistata «con il consenso dell’elettorato e non attraverso nomine esterne», in quattro legislature al Comune di Campobasso e in una a Palazzo Magno. «Per me viene prima Campobasso che l’appartenenza delle caselle – sottolinea – se non trovano la quadra ognuno deve prendere le proprie responsabilità».
Colagiovanni ha lasciato comunque intendere di essere propenso anche ad appoggiare un altro candidato, purché forte, che faccia sintesi per il centrodestra cittadino. «Nelle prossime ore dovrà essere indicato un nome in grado di sostenere la dura competizione elettorale che si prospetta per andare ad amministrare il capoluogo regionale nei prossimo quinquennio. Saranno anni importanti per la città di Campobasso, che è ormai una città fantasma, senza prerogative, senza personalità, gestita nell’ordinarietà, senza idee: una città che si spopola e da cui i giovani sono costretti a emigrare. Questi ‘giochetti’ – riferendosi alle lunghe trattative tra Roma e i coordinatori regionali – ci sono già costate la vittoria 5 anni fa quando, con il candidato proposto dal tavolo nazionale, in quota Lega, è stato sonoramente sconfitto al ballottaggio, mentre le liste del centrodestra hanno toccato quasi il 50%».
Infine ribadisce di non aver messo veti su nessun candidato né di accordi di alcun tipo per eventuali incarichi, «io amo questa città e già a marzo ho presentato otto punti programmatici per rilanciare il capoluogo. Aspetteremo le prossime ore per capire come muoverci. Vogliamo un nome in grado di unire la coalizione e dare alla città la svolta che merita», ha concluso Colagiovanni che, in conferenza stampa, è stato sostenuto, al tavolo, dai rappresentanti dei movimenti civici: due liste (oltre a quella dei Popolari) già pronte, rappresentate da Paolo Mancini e Maurizio Mitro.

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