Un confronto, in alcuni frangenti anche acceso, sui temi che stanno animando dai mesi il dibattito cittadino, sulle azioni da mettere in campo per migliorare Campobasso e sulla sfida che, mai come in questa tornata elettorale, si preannuncia serrata.
I tre candidati sindaci di Campobasso, Marialuisa Forte, Pino Ruta e Aldo De Benedittis, nel corso della trasmissione Conto alla Rovescia (in onda ieri sera su Teleregione-Canale 17) hanno illustrato la loro idea di città rispondendo alle domande del giornalista Pasquale Damiani.
Un botta e risposta che ha visto, dopo mesi di trattative, tutti i competitori uno di fronte all’altro. Il candidato del cantiere civico Pino Ruta ha ‘aperto le danze’ già nel mese di dicembre lanciando la sua candidatura a sindaco rompendo lo schema proposto alla regionali – con Costruire Democrazia all’interno del campo largo che ha sostenuto Gravina -, mentre la coalizione progressista composta da Pd, 5S, Verdi e Partito socialista ha lanciato la dirigente scolastica Marialuisa Forte 100 giorni prima delle elezioni dell’8 e 9 giungo. Più complicata è stata invece la designazione del centrodestra che alla fine ha fatto quadrato intorno alla figura di Aldo De Benedittis, candidato che rappresenta tutte le anime della coalizione.
Tra i temi al centro del confronto le condizioni del centro storico di Campobasso, un tempo cuore pulsante della città e oggi ‘vittima’ di un progressivo spopolamento – sia in termini di residenti ma soprattutto di attività commerciali – e di episodi di violenza che stanno allarmando i residenti.
La competitor del campo progressista Forte che «da giovane – ricorda – ha lavorato anche come guida nel borgo di Campobasso», ha lanciato la proposta di «organizzare ogni primo sabato del mese eventi che richiamino residenti e visitatori e vivere le strade del centro, con iniziative culturali, enogastronomiche e commerciali». Forte ha ricordato come l’attuale amministrazione che la sostiene, abbia già messo in campo interventi per migliorare i luoghi simbolo del centro, non da ultimo il Castello Monforte al centro di un’opera di ristrutturazione che sarà ultimata entro due anni.
Duro invece il giudizio dell’avvocato Pino Ruta: «Il centro storico è totalmente abbandonato – ha detto – basti pensare che in alcuni bassi vivono fino a dieci extracomunitari in locali umidi e inagibili. Su questo il Comune deve necessariamente intervenire». Per rivitalizzare il tessuto economico Ruta propone di «creare un collegamento tra Fondaco della Farina, Piazzetta Palombo e Piazza Prefettura dove organizzare fiere e mostre mercato. Servono inoltre agevolazioni per le attività commerciale».
Anche Aldo De Benedittis, già assessore al Bilancio nella giunta Di Bartolomeo, propone una fiscalità agevolata per chi decide di avviare un’attività nel centro storico, «intervenendo sull’Imu e sulla Tari – spiega – solo così possiamo invogliare artigiani e commerciati a restare o ad aprire nuove attività. E in questo modo, con un centro rivitalizzato, si garantisce anche maggiore sicurezza».
La questione legata alla vendita dell’ex Roxy ha messo invece, anche in maniera inaspettata, tutti d’accordo. Ruta e Forte hanno più volte ribadito la necessità di coinvolgere il Comune nelle decisione che spetta sì alla Regione, proprietaria dell’area, ma che non può prescindere dalla volontà dei campobassani. Il mantra di civici e centrosinistra è scongiurare la cementificazione nell’area dell’ex Romagnoli, che va invece destinato ad aree verdi e parco urbano, e ricostruire soltanto sulle cubature dell’hotel. Anche Aldo De Benedittis ha dichiarato «di aver sempre immaginato l’area dell’ex Romagnoli un’area verde destinata ai cittadini, prevedendo, magari, dei parcheggi sotterranei».
Esattamente come cinque anni fa, la sfida per lo scranno più alto di Palazzo San Giorgio sarà a tre, con il centrosinistra diviso e questo probabilmente a vantaggio del centrodestra.«Non ci interessano le loro divisioni – sostiene De Benedittis – noi andiamo avanti per la nostra strada e contiamo di vincere al primo turno». Poi però stuzzica l’avversaria: «Attualmente il Pd è all’opposizione in Comune, non so se dopo riusciranno a trovare punti di incontro con i 5 Stelle».
«Tra 5 s e Pd – ribadisce subito Forte – c’è unità di intenti, di programma e di visione della città, siamo un’orchestra in cui tutti suonano uno strumento in perfetta armonia».
Per l’avvocato Ruta, invece, «il campo largo ormai ha fallito, e la Calabri e l’Abruzzo ne sono le prove lampanti. La nostra è invece una proposta fuori dagli schemi politici e senza contaminazioni di partito».
Lo ‘spauracchio’ del ballottaggio è però dietro l’angolo, ‘colpa’ del sistema elettorale che alle amministrative di Campobasso permette di scegliere il candidato consigliere anche di una coalizione opposta a quella del sindaco. «Il voto disgiunto è una porcheria», dice senza mezzi termini De Benedittis, gli fa eco anche Marialuisa Forte che si dice contraria a questo sistema ma si dice fiduciosa della coerenza degli elettori. Per Pino Ruta, invece, «il voto disgiunto è l’ultima frontiera democratica perché lascia libero il cittadino di esprimere la preferenza senza condizionamenti e, alle volte, dinamiche clientelari».
«Perché i campobassani dovrebbero scegliervi», la domanda che chiude il confronto.«Per la mia esperienza, onestà e professionalità dimostrata negli anni – risponde Aldo De Benedittis – perché amo Campobasso e garantisco che sarà concentrato su un unico obiettivo, quello di fare il sindaco. Non ho altre velleità e non ho intenzione di utilizzare il Comune come trampolino di lancio per candidarmi alla Regione o in Parlamento».
Marialuisa Forte non parla in prima persona ma utilizza il ‘noi’,«una squadra competente e con esperienza amministrativa che vuole dare un volto diverso alla città. Ci prenderemo cura di Campobasso perché ci sta a cuore».
Infine Pino Ruta rimarca:«Noi siamo fuori dai vecchi schemi politici e non condizionati e condizionabili dai partiti. Se i campobassani vogliono una vera alternativa alle precedenti amministrazioni, sia di destra che di sinistra, devono scegliere il cantiere civico».

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