L’ultima parola spetterà al Consiglio regionale, ma quanto deliberato dalla Provincia sul dimensionamento scolastico ha già scatenato dure reazione. Il ‘taglio’ su Campobasso era già nell’aria, tanto da spingere l’assise di Palazzo San Giorgio, alcune settimane fa, ad approvare all’unanimità una mozione per salvaguardare gli istituti cittadini. Atto che, evidentemente, non ha sortito gli effetti sperati. E mentre le indiscrezioni indicavano la Jovine come possibile ‘vittima’ del dimensionamento, il Consiglio di via Roma ha in qualche modo sparigliato le carte proponendo la soppressione della dirigenza dell’Istituto Colozza. La delibera è stata approvata da tutti gli inquilini di Palazzo Magno, eccetto il vicepresidente Alessandro Pascale e la consigliera Fiorella Del Borrello, assenti. Mentre il consigliere Bruno Fraraccio non ha preso parte alla votazione per problemi tecnici. Quattro gli istituti su tutto il territorio provinciale che potrebbero perdere l’autonomia: la Colozza di Campobasso che sarà accorpata alla D’Ovidio, l’Iiss Boccardi – Tiberio di Termoli, che sarà aggregato all’Ipseoa Federico di Svevia di Termoli; l’Istituto Comprensivo Amatuzio-Pallotta di Bojano, che sarà associato all’Iiss Lombardo – Radice di Bojano; l’I.c. V. Cuoco di Petacciato, i cui plessi saranno ridistribuiti secondo le preferenze del Comune di Petacciato.
Eppure Campobasso, come ricordano la sindaca Marialuisa Forte e l’assessore all’Istruzione Mimmo Maio ha già ‘pagato’ gli effetti del dimensionamento lo scorso anno, con i tagli all’istituto Pilla di via Veneto. «La soppressione della dirigenza della Colozza non è accettabile», tuona la prima cittadina.
Una contrarietà espressa da tutto l’amministrazione comunale che sottolinea come la soppressione della dirigenza della Colozza e della altre tre vada in direzione opposta agli sforzi per mantenere aperte le scuole nella città e nella regione. L’istruzione, così come la sanità, è un servizio essenziale innanzitutto pubblico ed accessibile a tutti.
Il 4 novembre scorso, il Consiglio comunale di Palazzo San Giorgio ha approvato all’unanimità una mozione che esprime la ferma opposizione a eventuali e inopportuni dimensionamenti delle scuole della città. Con questo provvedimento, maggioranza e opposizione hanno ribadito l’importanza di difendere la città capoluogo e i suoi servizi essenziali. Istanza respinta al mittente con il provvedimento varato dalla Provincia guidata dal presidente Puchetti. Ma la battaglia non finisce certo qui. L’amministrazione comunale esprime la piena solidarietà alla scuola Colozza, finita sotto la scure dei tagli in nome di una spending review smentita da atti che privilegiano e incentivano invece le iscrizioni nelle scuole private. Sopprimendo le sei dirigenze (quattro in provincia di Campobasso e due in quella di Isernia), si risparmieranno meno di 800mila euro. Nulla rispetto ai 65 milioni di euro destinati, sotto forma di voucher ed esenzione IMU, agli istituti paritari grazie ad un emendamento alla legge finanziaria.
«Il governo nazionale – denuncia la sindaca – da una parte vuole fare cassa tagliando organici e sopprimendo 700 istituti pubblici per un risparmio di 88 milioni di euro, dall’altro dal 2025 destina alle famiglie un voucher di 1.500 euro a studente spendibile esclusivamente presso una scuola paritaria.
Non vorrei che ci trovassimo di fronte a prove tecniche di privatizzazione della scuola», sottolinea la sindaca Forte che porterà il tema della difesa della scuola pubblica nella prima seduta dell’Anci.
«Come vicepresidente dell’Anci con delega al Mezzogiorno e alla coesione territoriale – sottolinea Forte – mi farò carico di questo problema che deve diventare vertenza nazionale. È una battaglia di sopravvivenza, i tagli alle scuole pubbliche sono un’ipoteca sul futuro dei territori marginali». A sostegno di questa tesi, l’ultimo rapporto Svimez che conferma il dramma della fuga dei giovani dal Molise e dal Mezzogiorno. Senza correttivi immediati e scelte politiche ambiziose, anche secondo la Svimez, gli effetti sulla tenuta del sistema scolastico saranno dirompenti, mettendo a rischio i presidi scolastici nelle aree marginali di tutto il Paese.
Nella delibera il Consiglio provinciale, oltre alle proposte di soppressione, esprime parere favorevole anche alle richieste di attivazione di nuovi indirizzi e corsi, in particolare al corso di primo livello del CPIA di Campobasso presso la sede carceraria di Larino, al corso serale dell’indirizzo “Amministrazione, finanza e marketing” dell’Istituto Marconi – Pilla di Campobasso e all’indirizzo “Liceo scientifico – opzione scienze applicate – curvatura informatica e intelligenza artificiale” presso l’Istituto “Mario Pagano” di Campobasso. Ora la palla passa alla Regione e, esattamente come un anno fa, non si escludono colpi di scena e battaglie a colpi di ricorsi davanti al Tar, come per il caso dell’Istituto Alighieri di Ripalimosani.

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