Il video dei cinghiali ‘a spasso’ lungo via Mazzini ha evidentemente lasciato il segno tra i cittadini ma pure al Comune di Campobasso che, pur non avendo alcuna competenza in materia, ha deciso si correre ai ripari bypassando l’immobilismo della Regione. Stamane l’esecutivo Forte illustrerà i provvedimenti urgenti che l’amministrazione intende adottare per affrontare l’emergenza. A causa alla persistente situazione di inerzia da parte della Regione Molise, infatti, la sindaca di Campobasso, Marialuisa Forte, ha deciso di intervenire direttamente, assumendo come Comune di Campobasso un ruolo di supplenza di fronte alla mancata azione delle autorità competenti.
«Il problema dei cinghiali che ormai imperversano su tutto il territorio molisano, con incursioni sempre più frequenti nei centri urbani, è giunto a livelli di assoluta emergenza. L’ultimo episodio, avvenuto nella centralissima via Mazzini a Campobasso, ha suscitato profonda preoccupazione e ha esasperato i cittadini, già costretti a convivere con una situazione insostenibile.
Lo scorso 9 aprile – ricorda da Palazzo San Giorgio – presso la Prefettura di Campobasso, si è tenuto un tavolo tecnico con tutte le istituzioni territoriali competenti per affrontare questa problematica. Durante la riunione, la Regione Molise e l’Asrem – gli unici enti competenti in materia – hanno assunto impegni precisi: l’attivazione entro dieci giorni di una ‘polizia venatoria’, selezionata dal Formez, che potesse intervenire su richiesta diretta dei sindaci in caso di e-mergenza; l’approvazione di un piano economico necessario per stipulare un contratto con una ditta specializzata nello smaltimento delle carcasse di animali tramite inceneritori.
Ad oggi, questi impegni non sono stati rispettati. I dieci giorni promessi sono trascorsi abbondantemente, e ieri la Regione ha comunicato che la selezione per queste figure professionali sarà ultimata non prima del 20 maggio. Questo significa che per altri 22 giorni (?), i cinghiali continueranno a circolare liberamente, rappresentando un grave rischio per la sicurezza pubblica, per la circolazione stradale e per l’incolumità dei cittadini». Le soluzioni, dunque, non possono più essere rimandate.