Certe telefonate non si dimenticano mai. Soprattutto se, alle 7 del mattino, ti chiamano dall’ospedale per dirti che tuo padre è morto. Ma che succede se, pochi minuti dopo, è proprio lui a telefonarti? No, non è un film di Tarantino. È accaduto davvero, a Campobasso, e a raccontarlo è stato un servizio andato in onda ieri su Telemolise.
Teatro della scena: il reparto di Medicina Interna dell’ospedale “Cardarelli”. Registi (involontari?): i sanitari. Protagonista, suo malgrado: un pensionato di Ripalimosani, 67 anni, ricoverato lì da qualche giorno per accertamenti. Una delle figlie, quella che riceve la chiamata dall’ospedale con la notizia più temuta – «Signora, suo padre è deceduto per arresto cardiaco» – sviene quasi sul colpo. L’altra chiama l’agenzia di pompe funebri. Entrambe si precipitano in via Tappino, occhi gonfi, cuori spezzati.
Ma ecco il colpo di scena: mentre le figlie sono con una dottoressa del reparto, nel momento del massimo sconforto… squillo di cellulare. Sul display compare una scritta surreale: Papà. Forse un automatismo del telefono, pensano, un errore, un’illusione. Ma no. Rispondono. E dall’altro capo… la voce serena e un po’ infastidita di papà: «Ma dove siete? Vi vedo qui fuori dalla finestra e non entrate…»
Un secondo infarto, ma stavolta per emozione. Altro che miracolo: il padre era vivo, parlava e – pare – aveva anche fame. La scena degna di una commedia nera si chiude con un abbraccio e lacrime di gioia, mentre i medici – colti alla sprovvista – cercano di giustificare l’accaduto con un classicissimo: «C’è stato uno scambio di cartelle…»
Uno scambio di cartelle, sì. Ma pure di identità, destini e funerali. Fortunatamente il protagonista della gaffe è stato dimesso il giorno stesso, in ottima salute e, a quanto pare, con una gran voglia di raccontarla a chiunque.
E mentre la famiglia, tra sollievo e incredulità, ha deciso di non sporgere denuncia, resta l’imbarazzo tra i corridoi di Medicina Interna. Dove il primario prof Gianluca Testa, docente all’Università del Molise, tace per ora con eleganza accademica, mentre il suo vice, Pasquale Moio – che Primo Piano Molise ha descritto in passato come «sceriffo della sanità molisana», tanto spavaldo quanto inflessibile – avrà ora un bel caso di identità clinica da chiarire.
Forse sarà l’occasione buona per aggiornare qualche protocollo. O per installare una videochiamata di cortesia prima di ogni comunicazione di decesso. D’altra parte, la sanità molisana non smette mai di stupire: tra miracoli, equivoci e cartelle ballerine, ogni giorno è buono per una nuova puntata.
Nel frattempo, un consiglio ai cittadini: prima di piangere, provate a chiamare. Magari rispondono.
ppm