La rottura è insanabile. Dopo le dimissioni dalle cariche politiche ricoperte nella maggioranza progressista, il Cantiere civico, che ora è di fatto in minoranza, annuncia l’ipotesi di una mozione di sfiducia nei confronti della sindaca Marialuisa Forte. Parte dunque la ‘caccia’ alle firme: per mandare a casa l’amministrazione Pd-5s- Verdi e socialisti servono le firme di 13 consiglieri, i civici ne hanno solo cinque. Ieri pomeriggio il leader Pino Ruta, accanto agli assessori dimissionari Piero Colucci e Angelo Marcheggiani, ai consiglieri Antonella Trivisonno, Sabino Iafigliola, Vincenzo De Iasio e Stefano Lombardi, e al consigliere regionale di Costruire democrazia Massimo Romano, ha scoperto le carte spiegando i motivi della crisi.
Non le nomine Sea e la ‘spartizione’ della caselle all’interno del Cda, sostiene l’avvocato, ma il «mancato rispetto dell’accordo pre ballottaggio, che prevedeva tra le altre cose la revisione del sistema di raccolta differenziata e la nomina di una figura professionalmente in grado di gestire la municipalizzata. Determinati settori – dice – dovevano essere oggetto di una condivisione maggiore».
Un profilo, quello di Piero Neri (segretario regionale di Verdi e sinistra), che per Pino Ruta non è tecnico, bensì politico, «e questo è un passo indietro». Per altro – il nodo della questione – «scelgono chi ha fatto ricorso contro di noi (il riferimento al ricorso elettorale presentato dal Pd e 5S respinto dal Tar) per guadagnare tre consiglieri in più e per demolire l’accordo, minando il quorum del Cantiere civico. Non si può fidarsi di queste persone».
Ruta smentisce anche che Monica Scalabrino (avvocato nello stesso studio di Stefano Lombardi, ndr), nominata consigliere nel Cda della Sea, sia stata indicata dal Cantiere civico: «Non la conoscevo neppure», ha detto.
Per Ruta la fiducia nella squadra Forte è esaurita e non ci sono possibilità di ricucire il rapporto: «Con questa maggioranza non si va da nessuna parte, siamo riusciti solo, con enorme sforzo e difficoltà, a mantenere l’impegno sulla D’Ovidio, ma per il resto di fatto c’è stata una presa in giro, l’accordo è stato sottoscritto dalla sindaca e gli obiettivi sono stati disattesi. Sulla raccolta differenziata e i servizi in generale non è stato fatto nulla di quello che abbiamo proposto. Quando si firma un accordo e si beneficia di quella firma perché si vincono le elezioni e poi lo si ritratta, un danno l’ha fatto. Ora valuteremo se sia il caso anche di proporre un’azione risarcitoria».
Ruta, sulla mozione di sfiducia, lancia quella che definisce una ‘operazione verità’: «Farò in modo che gli accattoni (il riferimento al centrodestra, ndr) gettino la maschera e ci dicano se questa amministrazione va bene oppure no. Mi appello sia al centrodestra che al centrosinistra per liberarci di persone che inquinano i pozzi da 30 anni».
Per l’avvocato l’ipotesi del commissariamento non sarebbe un male per la città, anzi «i commissari offrono garanzia notevoli, è un beneficio, perché si risparmia un milione di euro per una gestione che oggi, al di là della festa, non va. Non riesce a fare programmazione e scelte strategiche. Meglio il commissariamento che questa amministrazione, anche perché sarà breve e poi i cittadini potranno tornare al voto». Infine, sull’addio di Adele Fraracci, che ha sì rimesso le deleghe, ma anche lasciato il Cantiere, non commenta: «Mi è stato comunicato stamattina, le chiederò nei prossimi giorni i motivi».
Questo il quadro politico sino ad ora. La contromossa della sindaca e della coalizione progressista ancora non è stata palesata, ma la strada che porta ad ‘allargare’ il perimetro anche all’area moderata del centrodestra non è affatto esclusa.
mdu

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