La crisi a Palazzo San Giorgio non ha risparmiato proprio nessuno. Se da un lato la squadra Forte ha perso la maggioranza in aula, dall’altro sia il Cantiere civico che il centrodestra non sono usciti indenni dal terremoto politico, svelando al loro interno dissensi e malumori, ma pure una certa confusione. L’immagine plastica delle varie divisioni l’ha fornita ieri la seduta del Consiglio dedicata all’approvazione delle nuove commissioni, dopo le dimissioni dei presidenti civici. Meno di 24 ore prima la conferenza dei capigruppo aveva trovato l’accordo di tutte le forze politiche sullo schema dei componenti. In mattinata, però, il colpo di scena: tra i banchi del centrodestra siedono solo i consiglieri della Lega Alberto Tramontano e Sandra De Lucia (moglie del consigliere regionale del Carroccio Massimo Sabusco, ndr), mentre la cosiddetta area moderata (FI, Popolari, Noi Moderati e Udc), Fratelli d’Italia e De Benedittis disertano la seduta.
Contestualmente Pino Ruta, che sempre 24 ore prima ha diramato una nota sottoscritta da tutti i consiglieri del Cantiere civico rimarcando la revoca della fiducia a Forte e il passaggio in minoranza, resta fuori dall’aula ‘monitorando’ i lavori dall’esterno, accanto alla stampa, ma due consiglieri del suo gruppo, Vincenzo De Iasio e Antonella Trivisonno (a differenza di Sabino Iafigliola e Stefano Lombardi, ‘fedeli alla linea e dunque assenti), prendono parte alla seduta garantendo il numero legale. 17 i presenti, così come i voti a favore della delibera, che dunque passa senza colpo ferire.
Ma il vero ‘piatto forte’ della seduta lo serve Alberto Tramontano nel suo intervento prima del voto. Il capogruppo della Lega, dopo aver chiesto al presidente del Consiglio Giovanni Varra di leggere tutte le firme apposte allo schema della nuove commissioni e alla delibera in discussione (comprese quelle dei consiglieri assenti), lancia un ‘siluro’ senza precedenti all’indirizzo dei suo colleghi di coalizione ma soprattutto dei segretari regionali di partito, svelando un retroscena inedito e, a suo dire, del tutto incoerente con la linea stabilita dal tavolo romano di venerdì.
«Con la condivisione di tutti i capigruppo si era stabilito di dare ordine e continuità ai lavori del Consiglio comunale con una diversa distribuzione dei pesi politici all’interno delle commissioni, ferme ormai da più di dieci giorni dopo le dimissioni dei presidenti del Cantiere civico. Abbiamo appreso che c’è stato qualche ordine notturno da parte delle forze del centrodestra di non presentarsi questa mattina in aula (ieri). Noi della Lega siamo venuti perché non siamo dei burattini – rivendica – e perché questo non è un metodo rispettoso dei nostri ruoli. Io ho 50 anni e ho la forza e la libertà di poter dire no a Patriciello, a Roberti o a Lotito, pur mantenendo la mia appartenenza politica». Subito sgombera il campo da dubbi, rimarcando che dietro la presenza della Lega non ci sono inciuci con la coalizione progressista: « Io e Sandra Sabusco siamo qui senza aver chiesto assessorati, poltrone o prebende, ma solo per rispetto dei nostri ruoli, perché siamo persone serie».
Poi l’attacco agli altri consiglieri di centrodestra: «Che oggi le forze politiche, senza alcuna concertazione, abbiano deciso di dare questo segnale politico che di politico ha veramente poco e irrispettoso delle nostre funzioni e del lavoro che è stato fatto, condiviso da tutti. Ora i colleghi di centrodestra avranno un capro espiatorio da utilizzare per difendere la propria vigliaccheria e i propri interessi, perché di questo parliamo. Chi non è presente qui – la pesante accusa – non ha spina dorsale e deve tutelare interessi personali, sicuramente legittimi».
Tramontano ricorda come tutti i consiglieri di centrodestra abbiano condiviso la linea imposta dai coordinatori di attendere la decisione del Tar prima di qualunque ‘mossa’, in primo luogo «perché non si può fare da sponda a chi – Pino Ruta – ci ha fatto perdere le elezioni». Una linea che di fatto ha smentito lo stesso centrodestra non presentarsi in aula, pur sottoscrivendo la delibera. «Mi sono sempre candidato senza l’appoggio dei capi bestione – rincara la dose Tramontano – ora c’è ancora una amministrazione in piedi perché centrodestra ci ha detto di aspettare il Tar. Noi lavoreremo per la città, non disconosciamo la nostra appartenenza politica ma non accettiamo queste modalità barbare».
Sulla stessa lunghezza d’onda Sandra De Lucia: «Dobbiamo superare la fase di stallo in cui è piombata la città perché siamo amministratori di tutti i cittadini non solo degli elettori del nostro partito. Agire per il bene comune è stato lo slogan della mia campagna elettorale e continuerà ad esserlo, per questo sono qui, per superare la paralisi delle commissioni».
Insomma, quella del centrodestra è apparsa come una decisione incomprensibile anche alla luce del nuovo equilibrio in Consiglio, che vede gli azzurri in netta maggioranza (15 consiglieri) e con i numeri necessari per accaparrarsi anche le presidenze delle commissioni che verranno votate nei prossimi giorni.
Anche i consiglieri civici De Iasio e Trivisonno, hanno motivato la loro presenza « per rispetto delle istituzioni e perché questa convocazione è stata fatta per il bene della città», ribadendo di appartenere comunque al Cantiere civico e di essere in minoranza.
Insomma, il primo Consiglio post crisi si è chiuso – nonostante le previsioni – senza troppo patemi e con la coalizione progressista che ha comunque portato a casa il risultato.
madu