I lavori dovrebbero partire a breve, dopo un’attesa di quasi dieci anni. Risale infatti al 2016 il famoso bando Periferie che consentì alla giunta guidata dall’allora sindaco Battista di ottenere ben 18 milioni di euro, gran parte destinati alla ristrutturazione del Mercato coperto. Quel progetto, a distanza di così tanto tempo, ha ancora la stessa valenza, ma soprattutto la medesima utilità? È la domanda che si pongono i consiglieri di Fratelli d’Italia che, ieri mattina, hanno tenuto una conferenza stampa di fronte alla strutture progettata da Mandolesi, annunciando di aver depositato una apposita interrogazione. «Abbiamo dei dubbi relativi alla relazione progettuale», esordisce il capogruppo Francesco Pilone che ricorda come l’appalto sia stato gestito da Invitalia (la decisione è dell’ex sindaco Gravina, ndr) che ha affidato i lavori di progettazione. «Il cantiere dovrebbe aprire a breve – dice – ma dalle notizie che abbiamo i tempi sarebbero strettissimi e siamo preoccupati soprattutto per l’impatto che la ricostruzione può comportare sulla città, sui parcheggi, sulla mobilità cittadina, oltre al fatto che persistono delle discrasie nella relazione progettuale tra quello che verrà fatto e la concreta destinazione d’uso del mercato».
Nello specifico, secondo Pilone non si riuscirebbero a conciliare le due destinazioni, quella strettamente mercatale e quella culturale: «Produttori a chilometro zero, frutta e verdura, industria casearia, che la sera dovrebbero conciliarsi con la ristorazione, il teatro, il cinema. Come avviene questo tecnicamente? Come si conciliano? Non è specificato nella relazione progettuale. Oltretutto non mi risulta che ci sia uno studio di fattibilità su chi dovrebbe venire qui. Oggi con l’avvento della grande distribuzione verranno degli esercenti? Ci sarà appetibilità? O sarà una cattedrale nel deserto? Sono tutte domande che abbiamo chiesto e mi auguro che ci risponderanno».
Risposte che Mario Annuario ha chiesto anche nel corso della precedente consiliatura ma che non sarebbero arrivate: «Chiediamo dei chiarimenti perché vedere una struttura così abbandonata fa male al cuore di tanti cittadini campobassani perché qui ogni mattina era festa. Era un punto di ritrovo per tanti cittadini del centro storico che si riunivano qui la mattina, venivano dal contadino a fare la spesa, anche per i commercianti della zona era un punto importante».
Per la consigliera Stefania Di Claudio il problema principale è puramente logistico e legato alla viabilità perché contestualmente «partirà anche l’abbattimento della scuola D’Ovidio e dell’ex scuola Notte nella zona di sant’Antonio Abate. Che cosa succederà in termini logistici, traffico, commercio? Come gestiremo tutto questo? Siamo pronti? Questo è quello che io mi domando e che chiederemo all’interno del Consiglio Comunale».

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*