Una città raccolta nel cuore della sua storia. Un popolo che si riunisce intorno a una tradizione secolare, sospesa tra cielo e terra: ieri Campobasso ha rinnovato l’appuntamento con l’attesa sfilata dei Misteri, tra applausi, fede e identità condivisa.
Dopo la messa solenne celebrata alle 8 dal vescovo Biagio Colaianni, alla sua seconda partecipazione alla ricorrenza, i tredici Ingegni di Paolo Saverio Di Zinno hanno lasciato la loro sede per attraversare la città. Prima di varcare la soglia del museo di via Trento, immancabile per la
prima cittadina il simbolico “tocco del diavolo”. «È tradizione anche quella. Porta bene, quindi va bene così», le parole della sindaca Forte. Presenti anche le autorità istituzionali del capoluogo, a partire dal presidente della Regione Francesco Roberti.
Alle 9.35 in punto, la partenza: tra le tappe via Milano, il borgo antico, via Mazzini, corso Bucci, corso Vittorio Emanuele e viale Elena. Un cammino che, come da tradizione, è stato accompagnato dalle note solenni del “Mosè” di Rossini, colonna sonora che da decenni amplifica il respiro di questo rito collettivo.
Una folla commossa ha atteso gli Ingegni davanti a Palazzo San Giorgio, dove per la prima volta da sindaca, Marialuisa Forte ha accolto santi, angeli e diavoli con parole vibranti di emozione:
«Oggi Campobasso celebra la sua vera anima. Emozione, felicità, senso di appartenenza: sentimenti che si intrecciano in questo giorno speciale.
È un giorno in cui la città si riconcilia con se stessa, con la sua storia e la sua tradizione.
I tredici Ingegni, imponenti e leggeri al tempo stesso, ci trasportano in un viaggio tra passato e presente. Sono il nostro legame con la memoria e, allo stesso tempo, lo slancio verso il futuro.
Paolo Saverio Di Zinno è stato un artista visionario. I suoi Ingegni hanno attraversato tre secoli di storia, resistendo a guerre, ostacoli, cambiamenti. Sono rinati anche dopo la Seconda Guerra
Mondiale.
Oggi, da sindaca, ho il privilegio e l’onore di dare il benvenuto ai santi, agli angeli, ai diavoli. Perché questa è la magia del Corpus Domini: farci sentire comunità, riscoprire la nostra identità.
Lo sentite: sono emozionata – ha sottolineato con voce spezzata -. Anche questa mattina, come ogni anno, Campobasso ha vissuto momenti indimenticabili. Gli Ingegni portati a spalla con dedizione e orgoglio hanno attraversato le strade della città, ricordandoci che Campobasso è da sempre la città dei Misteri.
È mio compito custodire e promuovere questa tradizione, perché ci rende ciò che siamo.
Consentitemi un pensiero per ciò che è accaduto stanotte – ha aggiunto a margine del suo discorso -, ovvero l’attacco degli Stati Uniti all’Iran: la pace non si costruisce con le bombe. I Misteri devono ricordarci il valore della pace.
E un abbraccio alla famiglia D’Aversa per la perdita del caro Adamo, dipendente comunale scomparso ieri (sabato, ndr) in un incidente.
Infine, grazie all’Associazione Misteri e Tradizioni, ai portatori, ai figuranti – soprattutto i bambini – a tutto il personale comunale, alla Polizia Municipale, alla Sea, alle forze dell’ordine.
E grazie a voi, cittadini, che tenete viva questa festa con il vostro amore. Viva i Misteri, viva Campobasso».
Subito dopo, l’intera città, con gli Ingegni schierati di fronte a Palazzo San Giorgio, si è raccolta per la benedizione del vescovo Biagio Colaianni, che ha affidato la comunità a Dio con una preghiera accorata: «Con umiltà e riconoscenza ti apriamo le porte del nostro cuore e delle nostre case, perché tu possa regnare sovrano sulla nostra vita personale e comunitaria.
Ti preghiamo, Signore, di illuminare le menti dei nostri amministratori, perché sappiano operare sempre con saggezza e giustizia per il bene di tutti.
Dona loro la forza di superare le difficoltà e di costruire una città accogliente, solidale e giusta.
Ti preghiamo per le nostre famiglie, perché siano luogo di pace e di fede.
Benedici i nostri giovani, perché trovino il loro posto nel mondo e portino con entusiasmo i valori del Vangelo.
Ti affidiamo i più deboli, gli anziani, i malati, i bisognosi. Sostienili con la tua presenza e dona loro conforto e speranza.
Fa’ che la tua presenza eucaristica sia fonte di unità e fraternità per tutti i cittadini di Campobasso.
Che possiamo riconoscerti nei nostri fratelli e sorelle e costruire insieme una comunità viva e testimone del tuo amore.
Ti affidiamo il cuore della nostra città, certi del tuo amore e della tua infinita misericordia».
Presenti insieme alle autorità di Palazzo San Giorgio anche i senatori Della Porta e Lotito e il presidente della Lega Nazionale Dilettanti Giancarlo Abete, in città in occasione del torneo del Corpus Domini.
In serata i concerti di Ron e della Riserva Moac, tra musica, spensieratezza e commozione collettiva. Un finale di festa degno di un evento che ogni anno unisce fede e popolo, passato e presente, sacro e civile.
Ancora una volta, Campobasso ha celebrato se stessa. Con orgoglio, con rispetto, con amore.
sl

























