Negli ultimi vent’anni, Campobasso ha perso oltre 3.500 abitanti. È quanto emerge dal Documento unico di programmazione approvato dalla giunta comunale di Palazzo San Giorgio. Un dato che parla chiaro e che racconta una trasformazione silenziosa ma profonda: la popolazione diminuisce, invecchia, e si concentra sempre più in famiglie piccole o composte da persone sole. Un cambiamento demografico che sta modificando la struttura sociale della città e pone interrogativi cruciali per il suo futuro.
Nel 2002, il capoluogo, contava 50.991 residenti. Al 31 dicembre 2023, i cittadini iscritti all’anagrafe erano 47.418.
La componente principale del declino è il saldo naturale, ovvero la differenza tra nascite e decessi. Se nei primi anni Duemila il bilancio era ancora in equilibrio (con valori positivi nel 2003 e 2004), dal 2008 in poi si è sempre registrato un saldo negativo. Il 2023 ha rappresentato il punto più basso: 259 nati contro 582 decessi, con un saldo naturale di -323, il peggiore dell’intero ventennio.
Il calo delle nascite è strutturale: dalle oltre 400 all’anno nei primi anni Duemila, si è passati a meno di 300 negli ultimi anni. Al contrario, il numero dei decessi è progressivamente aumentato, anche per effetto dell’invecchiamento della popolazione.
La seconda componente demografica è rappresentata dal saldo migratorio, cioè la differenza tra iscrizioni e cancellazioni anagrafiche. Questa voce ha avuto andamenti oscillanti, legati spesso al ciclo economico. Tra il 2009 e il 2012, ad esempio, si è registrata una perdita netta per effetto della crisi, con un saldo negativo complessivo di oltre 2.000 unità.
Tuttavia, il 2023 segna un’inversione di tendenza. Dopo anni di flessioni, Campobasso registra un saldo migratorio positivo di +469 unità. Le iscrizioni all’anagrafe sono state 1.715, di cui ben 695 provenienti dall’estero. Le cancellazioni, invece, si sono fermate a 1.246, in calo rispetto agli anni precedenti. La componente migratoria estera, in particolare, ha rappresentato un elemento di riequilibrio, segnalando una nuova capacità attrattiva, seppur limitata, del territorio.
L’invecchiamento della popolazione è evidente guardando alla distribuzione per fasce d’età. La percentuale di anziani (over 65) è in costante aumento, mentre la fascia giovanile è in contrazione. I bambini da 0 a 4 anni rappresentano solo il 3% della popolazione. La fascia d’età 0-14 copre appena il 12%, mentre gli over 65 superano il 24%. Il picco di natalità è stato registrato nel 2003, con 428 nati. Oggi quel dato si è praticamente dimezzato.
L’età media della popolazione si aggira ormai intorno ai 47 anni, con forti implicazioni sul sistema socio-sanitario, sull’accesso al lavoro e sulla sostenibilità del welfare locale. A confermare il fenomeno, anche la diminuzione della dimensione media familiare, scesa a 2,13 componenti per nucleo nel 2023, segno di nuclei sempre più piccoli, famiglie monogenitoriali o persone sole, soprattutto nella terza età.
Nel 2023, le famiglie residenti erano 22.268. Il numero è aumentato nel tempo, nonostante il calo della popolazione, proprio per effetto della riduzione del numero medio di componenti. Aumentano le famiglie composte da una sola persona (oltre 8.000), molte delle quali sono anziani soli. Si tratta di un dato che incide profondamente sulla domanda di servizi assistenziali, sanitari e abitativi.
I cittadini stranieri iscritti all’anagrafe sono 2.047, pari al 4,3% della popolazione totale. Si tratta di una quota ancora contenuta rispetto alla media nazionale, ma in crescita. La maggior parte proviene da Romania, Albania, Ucraina, Cina e Nigeria. Le donne sono leggermente più numerose degli uomini.
Un dato interessante riguarda la natalità: il 15% delle nascite nel 2023 è da genitori stranieri, a dimostrazione del ruolo importante che la popolazione immigrata può avere nel contenimento della decrescita demografica.
Questi dati pongono Campobasso di fronte a una sfida cruciale: come mantenere vivo e sostenibile un tessuto urbano e sociale che invecchia, si frammenta e si riduce? Le implicazioni per il futuro della città sono evidenti: riorganizzazione dei servizi sanitari e sociali, con focus su assistenza domiciliare, RSA e medicina territoriale; politiche familiari e per l’infanzia, per sostenere le giovani coppie e incentivare la natalità; accoglienza e integrazione dei migranti, come risorsa potenziale per rigenerare quartieri e rilanciare le scuole; pianificazione urbana adattiva, per adeguare spazi pubblici, trasporti e servizi alle nuove esigenze della popolazione.
Il lieve aumento di popolazione registrato nel 2023 – +105 residenti – non è ancora un’inversione strutturale, ma è un segnale che qualcosa si sta muovendo. In un contesto nazionale ed europeo in cui le città medie rischiano di essere marginalizzate, Campobasso può ancora giocare le sue carte, puntando su qualità della vita, accessibilità dei servizi, attrattività culturale e universitaria.
La demografia non è solo numeri: è lo specchio della vitalità di una comunità. E oggi, a Campobasso, quella vitalità va coltivata con decisione, coraggio e visione.

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