L’Istat ha reso noti i dati territoriali dell’inflazione di ottobre, in base ai quali l’Unione Nazionale Consumatori ha stilato la classifica delle città più care d’Italia, in termini di aumento del costo della vita, tra quelle con più di 150mila abitanti.
La città più virtuosa d’Italia è Campobasso, dove con +0,1%, l’inflazione più bassa del Paese, si ha un aumento su base annua di 24 euro. Al secondo posto sia per inflazione che per spesa, Trapani, +0,2% e +46 euro. Medaglia di bronzo per Vercelli (+0,3% e +71 euro). Al quarto posto della classifica delle città più risparmiose, Brindisi (+0,4%, + 79 euro), seguita da Sassari (0,5%, +100 euro), Benevento ex aequo con Caserta (+0,5% e +110 euro per entrambe), all’ottavo posto Messina (+0,5%, +116 euro), poi Palermo e Ancona (+0,6%, +142 euro).
In testa alla graduatoria, Siena dove l’inflazione tendenziale pari a +2,8%, la più alta d’Italia, si traduce nella maggior spesa aggiuntiva su base annua, equivalente a 757 euro per una famiglia media. Medaglia d’argento per Bolzano che, con +1,9% su ottobre 2024, ha un incremento di spesa annuo pari a 630 euro a famiglia. Sul gradino più basso del podio Pistoia, terza sia per inflazione, pari al 2,1%, che per spesa supplementare, pari a 568 euro annui per una famiglia tipo.
La regione più “risparmiosa” è il Molise: +0,2% (la più bassa d’Italia) e +47 euro. In seconda posizione la Sicilia (+0,7%, +157 euro), in terza la Sardegna (+1%, +192 euro).
In testa alle regioni più costose, con un’inflazione annua a +1,5%, il Trentino Alto Adige che registra a famiglia un aggravio medio pari a 464 euro su base annua. Segue il Friuli Venezia Giulia (+1,6%, +438 euro) e al terzo posto, con +403 euro, il Veneto (+1,5%).

























