Un fascicolo corposo, di oltre mille pagine, che i legali stanno ancora studiando per valutare la strategia migliore da mettere in campo. E infatti ieri mattina anche gli altri indagati nell’inchiesta Drug Market si sono avvalsi della facoltà, come già fatto lunedì dalla 39enne rinchiusa nel carcere di Foggia.
Ad ‘aprire’ la serie di udienze di convalida il gip Veronica D’Agnone che ha fatto visita prima altri due indagati rinchiusi nel carcere di via Cavour, i due fratelli campobassani di 35 e 42 anni: entrambi hanno scelto la strada del silenzio.
«I due fratelli si sono avvalsi della facoltà di non rispondere», ha commentato all’uscita dal carcere l’avvocato Carmine Verde, che rappresenta anche la donna accusata di essere uno dei ‘boss’ dell’associazione criminale dedita allo spaccio e un altro indagato ristretto ai domiciliari. «Sicuramente adirò al Tribunale del Riesame sia rivedere nel merito l’ordinanza, sia per chiedere una misura meno afflittiva rispetto a quella della custodia cautelare, anche perché alcuni di loro sono incensurati».
Poi sono partiti gli interrogatori in tribunale per le altre persone finite agli arresti domiciliari, con accanto i loro legali avvocati, Alessio Verde, Silvio Tolesino, Paolo Lanese, Angelo Piunno, Costantino D’Angelo e Luigi Iosa.
Troppo brevi i tempi tra l’applicazione della misura all’interrogatori, vista la complessità del fascicolo, la tesi dei legali che hanno dunque suggerito ai propri assistiti di non rispondere alle domande del magistrato.
Ora i legali valuteranno se presentare istanza al Riesame e chiedere un’attenuazione della misura: c’è tempo fino all’11 marzo.
Secondo le indagini condotte dai Carabinieri di Campobasso, disposte dalla Dda, le 11 persone avevano messo in piedi un cartello dedito allo spaccio di cocaina in città. La droga, che arrivava dal Casertano e dalla zona di San Severo, veniva tagliata, confezionata e venduta all’interno di due appartamenti di via Romagna. oltre che a finire sulle piazze di spaccio (come Villa Musenga).
Intanto ieri mattina è stato rintracciato anche il ‘corriere’ di origine albanese che nel corso del blitz del 1° marzo era riuscito a sfuggire all’arresto.
Ma le ricerche avviate dai Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e proseguite fino a ieri anche in collaborazione dei Carabinieri di Marcianise hanno permesso di individuare altre abitazioni dove poteva essersi rifugiato ed i continui controlli e perquisizioni effettuate nei giorni scorsi lo hanno fatto sentire braccato tanto da credere di non aver più scampo e di consegnarsi direttamente in Caserma ai militari che lo hanno arrestato e, dopo le formalità di rito, condotto presso la propria abitazione per sottoporlo agli arresti domiciliari.

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