Otto mesi ancora da compiere. Tante idee, qualcuna rivoluzionaria, e i problemi di sempre. A partire dall’ormai cronica carenza di risorse. Ciononostante, il sindaco di Campobasso Roberto Gravina è convinto che il 2020 sarà l’anno della svolta.
Il colpo d’occhio è quello degli anni passati. Qualche ritocco agli ambienti, ma nulla di sostanziale. L’ultima volta che fu eseguito un restyling serio agli uffici di Palazzo San Giorgio era sindaco Augusto Massa. Fu in occasione della visita in Municipio dell’allora Capo dello Stato Carlo Azeglio Ciampi.
Tra le idee da tramutare in fatti, l’estensione dell’isola pedonale all’incrocio tra via Mazzini e Corso Bucci, che comprenda, ovviamente, Piazza Pepe, più conosciuta come Piazza Prefettura.
Alla prima occasione utile Gravina, che ha già avuto il nullaosta dalla sua maggioranza, ne parlerà con il prefetto e i vertici delle forze dell’ordine.
«Vorrei sperimentare – spiega il primo cittadino del capoluogo – la chiusura definitiva di Villa Flora e unire il Corso a Piazza Prefettura, fermo restando l’accesso per carico e scarico».
Sembra una buona idea. Resta da capire come la prenderanno commercianti e residenti.
Tra le novità più o meno inedite, c’è poi l’allargamento della giunta. Lo aveva detto quando presentò l’esecutivo attualmente in carica che non escludeva innesti in futuro. E a quanto pare i tempi potrebbero essere maturi. «Un innesto è nella mia testa da un po’. Rispetto al passato la mia giunta è snella, non possiamo rischiare però di rallentare perché le cose da fare sono troppe. Penso a un assessore a cui assegnare due deleghe, attualmente in capo a due assessori».

L’accuseranno di spendere ulteriori fondi pubblici per retribuire un altro assessore.
«Non scherzi! Abbiamo ridotto la spesa del Consiglio comunale almeno del 30%. Mi pare che a Primo Piano sia ben chiaro il funzionamento delle Commissioni e dei gettoni di presenza, ve ne siete occupati di recente centrando l’obiettivo. A questa maggioranza tutto si può imputare tranne lo sperpero di risorse. Su questo argomento non temo smentite».

Sindaco, come le è passato per la testa l’altra domenica di scrivere in un post su Facebook sperando nella vittoria di Bonaccini in Emilia?
«Beh, mi rendo conto che ci sia voglia di trovare sempre un altro fine. Mi è dispiaciuto che nessuno o quasi nessuno abbia compreso che mi riferivo all’inadeguatezza della leadership del centrodestra. Tutto qui. Ma ipotizzare addirittura un mio passaggio nel Pd è follia».

Nessun dubbio sul suo destino politico. Qualche certezza in meno sul futuro del Movimento 5 stelle.
«Se il governo riesce a trasmettere un po’ meglio quanto fatto, alla lunga le persone cominceranno a ricredersi».

Il governo, appunto. Perché prima la Lega e poi il Pd riescono a capitalizzare l’azione dell’esecutivo mentre il Movimento perde consensi su consensi?
«Provo ad interpretare da osservatore, da chi guarda dall’esterno. Il Movimento ha fatto un’alleanza di governo con Salvini. Dopo aver urlato mai con il Pd, si è alleato con il Pd. In tutto ciò ci sono politici come Renzi che ha destabilizzato e sta destabilizzando lo scenario politico. Per tutta una serie di ragioni non troppo complicate da comprendere, il Movimento è quello che più di tutti ha pagato e sta pagando».

I dati sono inclementi.
«Ha ragione. Se tuttavia si riferisce all’Emilia e alla Calabria non mi aspettavo chissà cosa. C’è in entrambi i casi una serie di fattori territoriali che non si superano solo presentandosi sotto il simbolo del Movimento».

Quindi?
«Quindi bisogna ricominciare a parlare alla gente. Spiegare, per esempio, che l’immigrazione non può essere associata alla mancanza di lavoro. È una narrazione sbagliata, una narrazione di comodo, nella consapevolezza che la gente che non ha la pancia piena non ragiona, perde i lumi della ragione. Certo, è innegabile: abbiamo perso la verginità. Amministri e, amministrando, ti rendi conto dei problemi, ti rendi conto che alcune cose che predicavi non sono semplici da risolvere. Il tema, però, è la buona fede. A differenza di tanti altri, di altre forze politiche, non siamo mai stati in cattiva fede. Secondo me Salvini è in cattiva fede».

Eravate quelli che dovevano cambiare il mondo.
«Il cambiamento è ciò che ci motiva. Noto che da parte di chi ci critica c’è il livore di dire “avete costruito la vostra fortuna sulla base di quello e oggi non è così”. Le posso garantire, però, che magari per cose che non si vedono, il cambiamento c’è. E lo rivendico con forza. Qui, in Municipio. Il modo di fare. Prendiamo ad esempio le nomine. Non si lavora per appartenenza, indipendentemente da chi voti o da chi hai votato o voterai: non me ne frega nulla. Purché tu abbia il senso etico di quello che fai. Stai ricoprendo un ruolo pubblico. Ecco perché il Movimento è l’unica forza politica nella quale mi riconosco. Perché sono libero di esprimermi. Quando nomino Tizio o Caio, i miei concittadini possono essere certi che non c’è stato alcun diktat o suggerimento. Se mi consente, questo è il cambiamento. Il cambiamento è incontrare persone che disperate per la mancanza di lavoro mi dicono: “È noto che lei non accetta raccomandazioni”. Per me questa cosa ha un grande valore. È forse l’inizio di un briciolo di fiducia nel fatto che le cose ora funzionano diversamente e si sceglie esclusivamente per i meriti».

Ha futuro il Movimento?
«Si deve ripartire dall’esperienza e dagli errori commessi. È nella natura delle cose. Sei hai avuto un calo del genere, evidentemente hai commesso una serie di errori. Magari dettati dal momento e dall’inesperienza. Non siamo morti, non ci credo. Dobbiamo essere più lineari nel seguire una politica che quando si dice “non è né di destra né di sinistra”, può essere in parte di destra e in parte di sinistra. Mirare a una socialdemocrazia che può essere una sinistra un po’ più moderna, che non sia quella di Renzi, che è una destra di berlusconiana memoria mascherata da sinistra, fatta di interessi e lobby».

Serve un leader.
«Il premier, che io sappia, gode di stima trasversale. Una figura come Giuseppe Conte non la regalerei. Potrebbe essere lui il leader naturale».

Il senatore Di Marzio?
«Nel complesso sono molto dispiaciuto. Non mi aspettavo che non si dimettesse. Grande rispetto per la persona ma non ho condiviso la decisione di lasciare il Movimento per approdare nel Gruppo misto».

Il 2020 anno della svolta per Campobasso.
«Potenzialmente si possono e si devono sbloccare tante risorse. Partendo dal Bando periferie. E mi consenta nel merito di fornire una puntualizzazione a cui tengo molto: quando dico che si è sbloccato con la nostra amministrazione è perché il precedente sindaco, nonostante a marzo 2019 avesse firmato una convenzione con la presidenza del Consiglio dei ministri che metteva nero su bianco che i fondi ci sono, non ha fatto nulla perché, come lo stesso ha dichiarato, non si fidava del governo. La trovo una cosa triste, e gliel’ho detto. Tornando alle opere, ci sono poi il Cis e le scuole. Per quanto riguarda l’edilizia scolastica, stiamo lavorando alla modifica del progetto di realizzazione della scuola del Cep. La nostra idea è quella di demolire la “Montini” e ricostruire un unico polo. Non vogliamo subire una scelta fatta dalla precedente amministrazione: inutile edificare ulteriormente e non sapere poi cosa fare con gli attuali plessi della “Montini”. Occupare nuovo suolo e cementificare ancora non lo condividiamo: è uno spreco. Abbiamo partecipato ad un bando del Ministero per la progettazione, cosa che la precedente amministrazione non ha fatto. Se ci finanziano la progettazione, accenderemo un mutuo per la parte di fondi che manca. Sono fiducioso».

Da quanto tempo non fa un giro in macchina dal cimitero a Mascione?
« So di cosa parla. Sulle strade abbiamo risposto al bando regionale e chiesto due finanziamenti, mi rendo tuttavia conto che la Regione non può pensare solo a Campobasso: ci sono zone del Molise davvero devastate in termini di viabilità. Abbiamo inserito la zona di Mascione e via San Lorenzo. Se otteniamo uno dei finanziamenti, il resto contiamo di farlo con fondi comunali. Dovremmo avere dalla premialità Imu/Tasi circa 300mila euro da destinare allo scopo».

Lo stato di salute delle casse del Municipio?
«Riflettevo stamattina: vorrei che la cittadinanza sapesse che ogni anno appostiamo circa 4/5 milioni per far fronte ai debiti fuori bilancio per errori commessi tanto quattro anni fa (è un esempio) tanto 15 anni fa. Quest’anno dovrebbe chiudersi la faccenda Esattorie. Ricorda? È quella che si è generata quando l’ex sindaco Battista era assessore al Bilancio. Si chiude con una probabile vittoria di Pirro. Potremmo spuntarla, ma i 7 milioni di euro che avanziamo non li otterremo mai, credo che la società non abbia risorse per soddisfare il nostro credito. Non prenderemo un euro».

Quindi Campobasso non ha speranze. Strade, marciapiedi, illuminazione…
«Intanto siamo alla continua ricerca di risorse, sfruttando ogni canale possibile. Presto appalteremo i lavori per il rifacimento dei marciapiedi di Corso Bucci, stiamo mettendo mano al cimitero. E, ancora, via Toscana: c’è un muro pericolante da una vita e realizzeremo, inoltre una nuova piccola rotatoria. Sempre in via Toscana, insieme all’Asrem, sistemeremo i locali da adibire a centro vaccinazione e guardia medica. Stiamo lavorando al bando per la pubblica illuminazione. Un’opera di svariati milioni di euro ereditata dalla precedente amministrazione. Stiamo vigilando sulle procedure. L’intenzione è di orientare l’investimento verso le periferie. C’è qualche contrada che soffre più di altre in termini di illuminazione. Ne approfitto: nelle contrade ci sono situazioni difficili, non mi nascondo. Stiamo cercando i fondi, ma siamo a buon punto, per comprare un mezzo utile per tenere in ordine le cunette, ripulirle. Ci sono purtroppo situazioni davvero al limite della decenza. Un capitolo a sé lo merita il trasporto pubblico locale. Abbiamo impegnato 700mila euro di risorse comunali per evitare qualsiasi disservizio».

Ordinaria amministrazione. Se li avete impegnati voi lo avranno fatto anche in passato.
«No! Prima riducevano i chilometri. Noi abbiamo messo mano al portafogli, mantenendo il tetto dei chilometri. Che se mi consente è diverso. Nessuna polemica, sono abituato a guardare avanti. Non avendo soluzioni alternative, abbiamo prorogato il servizio alla Seac. Nel contempo, però, siamo risultati aggiudicatari di un bando del Ministero che ci finanzia una serie di interventi volti al miglioramento della mobilità. Tra cui la stesura del nuovo bando, che eviterà il taglio dei fondi da parte della Regione. Contiamo di affidare l’incarico entro poco tempo. Fra gli interventi finanzianti anche il Piano urbano della mobilità per la disabilità. In ultimo, non in ordine di importanza, i progressi che la città sta facendo sotto il profilo del verde pubblico e della raccolta differenziata. Mi consenta di dare merito agli assessori, non solo quelli il cui operato è più “visibile”: stanno lavorando tutti infaticabilmente. Bravi loro e altrettanto bravi i consiglieri del Movimento. Un gruppo affiatato che ha un solo obiettivo: rendere migliore questa straordinaria città».

Il commercio?
«Sì, ma ho dimenticato di citare il terminal bus. Fui io a bloccare l’iter con un esposto nel corso della passata consiliatura. Ad aprile 2019 hanno ripetuto il medesimo errore. La struttura sta ora lavorando a un nuovo bando che non preveda prelazioni per nessuno: vinca il migliore».

Dicevamo, il commercio.
«Con l’assessore Felice stiamo pensando ad una serie di misure. Il timore è che non possano bastare. Stiamo trovando la copertura finanziaria per ridurre o eliminare le imposte locali. Ma basta? All’esercente in crisi basta risparmiare, per esempio, 500 euro di tributi comunali in un anno? Non credo. Il tema è riportare le persone in città. Le famiglie sono alle prese con una crisi senza fine. Ma oltre a mancare i soldi, mancano proprio le persone. Assistiamo ad un fenomeno migratorio epocale. Penso che già aprendo i cantieri si crei un circolo virtuoso da cui poter trarre benefici economici. Se ripartono le opere pubbliche, l’economia locale ne risentirà positivamente».

La videosorveglianza, sindaco. Poco prima delle elezioni, l’amministrazione uscente organizzò una cerimonia di inaugurazione. Tutti abbiamo visto nei monitor della centrale operativa le immagini rilevate nei 100 e rotti punti dove sono ubicate le telecamere. Erano fermimmagine, immagini false? Come mai adesso ne funzionano sì e no 10?
«La ditta ha consegnato al Comune un sistema in test. Francamente non lo so cosa hanno mostrato in occasione dell’inaugurazione. So che quando ci siamo insediati il sistema funzionava male e con il trascorrere dei giorni la situazione è ulteriormente peggiorata. Numerose telecamere non “trasmettono” più le immagini alla centrale. Il sistema si basa su una rete wi-fi. Da quanto ne so c’è un problema di ripetitori, che pare sia in via di risoluzione. Anzi, proprio in queste ore è arrivata una mail della Regione circa una richiesta che francamente non mi è chiara e ho perciò chiesto agli uffici preposti di approfondire. Nel complesso non ho certezze, ma ho dato incarico alla struttura di spulciare gli atti andando a ritroso. Quello che per sentito dire posso riferire è che il sistema si compone di apparecchiature abbastanza economiche».

Si dice che per ampliare il parco dei destinatari, la Regione abbia abbassato la qualità dei prodotti. Le risulta?
«Così si dice. Ma ora a cosa serve recriminare? Doveva essere una risorsa e invece è un altro problema ereditato che stiamo risolvendo».

Sicuro che non lascia il Movimento per il Pd?
«Non è sicuro. È una certezza matematica».

Quindi sarà il candidato da battere alle prossime elezioni regionali.
«Chi, io? Abbiamo talmente da fare qui a Palazzo San Giorgio che non riesco nemmeno ad immaginare a che ora lascerò questa sera il Municipio. Si figuri quello che accadrà nel 2023».

Però non lo esclude: Roberto Gravina governatore del Molise.
«È stato come sempre un piacere. La saluto e la ringrazio. Mi lasci lavorare bene per la città, altrimenti tra qualche anno sarò al massimo il presidente del condominio dove vivo. O forse nemmeno quello».
Luca Colella

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