Un pioppo alto 35 metri, con un tronco di sei metri di diametro. Una scoperta davvero, che rientra a pieno titolo fra le meraviglie che Madre Natura ha deciso di donare al territorio del piccolo centro, ormai famosissimo per le sue cascate.
Si tratta, con molta probabilità di uno dei pioppi più grandi d’Italia. Non il più vecchio, ma di certo con fusto e portamento maestosi. Questa specie, infatti, può arrivare a 30 metri di altezza e il tronco di solito non supera i 2 metri e mezzo di circonferenza.
«Il nostro – racconta Mauro Tamasi – è riuscito a crescere tanto perché nato in una zona di “chiare, fresche e dolci acque”. Le nostre scarse conoscenze di botanica ci fanno propendere per la varietà populus nigra e per un’età stimata intorno ai cento anni». Sarebbe interessante il parere di un esperto, per stabilirne classificazione scientifica ed età, auspicano da Carpinone gli Indiana Jones del posto, con in testa il mitico Salvatore Campanella, la persona che ha contribuito alla riscoperta delle cascate, che si prende cura dell’area e, amorevolmente, del territorio e che ha trovato, assieme ad alcuni amici, il super pioppo mentre perlustrava il territorio intorno. E sembra che l’albero sia stato segnalato agli uffici regionali perché venga censito fra i monumentali presenti in regione.
«In questi giorni poi – continua Tamasi – ci sono le manine, ovvero i piumini che sono i frutti dei pioppi provvisti di un ciuffo di pelini bianchi che ne favoriscono la disseminazione. Il nostro pioppo potrebbe diventare l’attrazione degli amanti della natura e degli escursionisti».
E allora, ecco come trovarlo: le sue radici ben salde sono in località San Marco, è raggiungibile facilmente percorrendo un’agevole strada appena fuori dall’abitato che consente di arrivare fino ai pascoli montani dell’agro carpinonese, «con una vista abbagliante che abbraccia un orizzonte che va dal massiccio del Matese alle Mainarde ancora innevate e oltre» spiega Mauro Tamasi, traducendo quanto è possibile vedere in poesia.
Carpinone (e anche i carpinonesi), davvero non smette mai di stupire.

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