L’iter sarà riavviato, si ripartirà da zero. Con una tempistica resa nota ieri pomeriggio in Aula dall’assessore regionale Andrea Di Lucente. Il nuovo progetto per la centrale di Pizzone dovrebbe essere depositato entro la fine di agosto, ha spiegato rispondendo all’interpellanza, evidentemente non più attuale, della capogruppo Pd Alessandra Salvatore.
Sul sito del ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, l’ultimo aggiornamento sul corposo dossier relativo al progetto di realizzazione di un impianto di generazione e pompaggio riguarda il parere (negativo) espresso dal Consiglio comunale di Barrea, inserito agli atti nella scheda che riguarda l’ormai famigerata centrale Pizzone II il 9 gennaio scorso.
Come ormai noto, le procedure sono state sospese proprio dal proponente, la società Enel Green Power, lo scorso 15 settembre, poco più di una settimana dopo il termine per la presentazione delle osservazioni: un diluvio di no, da quelli espressi dalla Regione Molise e dai servizi regionali competenti a quelli, altrettanto netti e senza fraintendimenti, espressi dai Comuni interessati, dalla Provincia di Isernia, dalle associazioni ambientalistiche, dal Pnalm, dalle amministrazioni abruzzesi interessate (visto che il progetto coinvolge anche l’invaso di Montagna Spaccata). Un’onda lunga che, come è noto, ha portato alla nascita del Coordinamento No Pizzone II che riunisce le varie anime del civismo ambientale.
Del nuovo progetto – annunciato in Consiglio regionale dall’assessore Di Lucente già nel corso della precedente seduta di Consiglio che trattò l’argomento sotto forma di mozione ormai mesi fa – non c’è ancora traccia. Si sa che però i progettisti svizzeri avrebbero recepito le osservazioni e che sarebbe meno impattante sul territorio e sull’ambiente. I funzionari Enel ne hanno già ragionato con le amministrazioni comunali di Castel San Vincenzo (a fine novembre) e anche di Pizzone (nonostante quanto dichiarato in aula dall’assessore, la società è stata audita dal sindaco Di Cristofano e dall’amministrazione al completo, con l’esclusione del Coordinamento e Primo Piano ne ha anche riportato l’esito intervistando il primo cittadino nell’edizione del 7 dicembre scorso, ndr) ma ad oggi non si hanno le certezze che la conoscenza del progetto consentirebbe.
La deadline del 31 agosto di certo non significa che il nuovo iter non possa essere avviato prima. Ormai, i 120 giorni richiesti da Enel per sospendere l’iter del primo progetto di centrale sono scaduti sabato 13 gennaio.
Sembrerebbe che la Provincia di Isernia abbia anche in animo di convocare una riunione con i sindaci ma si registrerebbero delle resistenze visto che il tema – concretamente – tocca principalmente due comuni, Castel San Vincenzo e Pizzone, e non tutte le amministrazioni che insistono sul territorio e che potrebbero avere idee diverse in merito all’ipotetica realizzazione della centrale.
Ma al momento il primo progetto è ancora in piedi, nei fatti. Ed è un progetto che segue un iter specifico che potrebbe fare la differenza. La Valutazione di Impatto Ambientale rientra (sempre in riferimento al progetto attualmente sospeso) nella fattispecie PNIEC-PNRR. Due sigle che significano una procedura diversa perché la valutazione è nelle competenze di una commissione che si occupa di progetti di opere ritenute necessarie per l’attuazione del Piano nazionale integrato per l’energia e il clima e per quella del Piano nazionale di ripresa e resilienza.
Ergo, impianti strategici. Ed è questo ‘particolare’ che potrebbe fare la differenza in termini di concreta realizzazione dell’impianto. Tra l’altro, questa tipologia di progetto, segue una valutazione di impatto ambientale definita fast track: i tempi per il rilascio della Via, al netto di quelli a favore del proponente, divengono pari a 175 giorni. Sei mesi in pratica.
Il caso Pizzone è quindi tornato all’attenzione del Consiglio regionale con una interpellanza che si riferisce al primo – ma anche unico al momento – progetto. «Oggi chiedere quali intenzioni ha il governo per scongiurare non ha più senso in quei termini – ha sottolineato la proponente, la capogruppo Pd Alessandra Salvatore – ma il tema è di stringente attualità. Spero ce l’assessore ci dica che l’area parco non si tocca».
Il titolare della delega, Andrea Di Lucente, ha reso noti i dettagli. Una volta depositato il nuovo progetto, parte un nuovo iter e quindi il confronto con i territori e il recepimento delle osservazioni. Lo stesso assessore ha elencato le differenze progettuali tra la prima e la seconda idea di centrale, come più volte ribaditi su queste colonne. Riduzione della potenza, ridimensionamento dell’oscillazione degli invasi, riduzione delle aree cantiere, del disboscamento. E, fra le altre cose, saranno evitati esplosivi, la viabilità del cantiere sarà ottimizzata con l’utilizzo di quella esistente, le aree cantiere saranno collocate al di fuori della zona parco e ci saranno opere di mitigazione visiva e sull’impatto del rumore per andare incontro alle esigenze dei cittadini. E i lavori potrebbero durare 48 mesi anziché 60.
«Le proteste sul territorio hanno spinto l’azienda ad ascoltare e a revisionare il progetto per contemperare l’esigenza di avere energia pulita e quella di salvaguardare la sostenibilità ambientale» la chiosa dell’assessore Di Lucente che spinge la consigliera Salvatore ad un pensiero: ci avevano detto che il primo progetto era sostenibile, forse non era propriamente così… Ad ogni modo, ha rimarcato la capogruppo dem, «lavoreremo ad una mozione che dica no a qualunque intervento: nulla sappiamo rispetto alle criticità che sono emerse e sono state sollevate dalla Regione Molise, non ci sono cenni rispetto alla questione del debito che Enel ha con Regione, alle questione delle concessioni, alle proprietà delle opere. Temi aperti che mi auguro saranno affrontati di conseguenza, lavoreremo tutti perché quell’area sia salvaguardata e non interessata da qualsiasi intervento possa turbarla».

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