È scattato il sequestro di beni per un valore di 700mila euro nei confronti di tre società a responsabilità limitata operanti nel capoluogo pentro e nelle regioni limitrofe, tutte riconducibili alla stessa persona gravata da specifici precedenti penali da cui è scaturito l’illecito arricchimento e, di conseguenza, il sequestro ai sensi dell’articolo 20 del codice antimafia.
Ad eseguire il decreto di sequestro, lo scorso giovedì 4 aprile, il personale della Guardia di Finanza, così come stabilito dal Tribunale di Campobasso su richiesta della Procura.
Il sequestro ha riguardato quote societarie, merci, immobili e terreni, poste nella piena disponibilità dell’amministrazione giudiziaria appositamente nominata dallo stesso Tribunale al fine di salvaguardare gli interessi dei dipendenti delle società, nonché di fornitori e creditori. Il valore complessivo dei beni mobili e immobili sequestrati è stato stimato in circa 700mila euro.
Si tratta dell’applicazione di una misura patrimoniale per “sproporzione” – spiega il procuratore Nicola d’Angelo – applicata ai sensi del codice antimafia laddove l’art. 20 riconosce al Tribunale di poter disporre il sequestro con decreto motivato dei beni dei quali la persona risulti poter disporre, direttamente o indirettamente, quando il loro valore risulti sproporzionato rispetto al reddito dichiarato o all’attività economica svolta. Oppure quando, su base indiziaria, si abbia motivo di ritenere che gli stessi siano il frutto o il provento di attività delittuose o ne costituiscano il reimpiego.

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