A quattro mesi dalla presentazione delle oltre 5.000 firme raccolte per chiedere l’aggregazione della provincia di Isernia alla Regione Abruzzo, il Comitato promotore del referendum torna alla carica. Stavolta lo fa con un ricorso al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, affidato al costituzionalista Alfonso Celotto, e con un appello alla cittadinanza per sostenere economicamente la battaglia.
È una vicenda che si arricchisce ogni settimana di nuovi capitoli quella nata attorno alla richiesta di referendum per il passaggio della provincia di Isernia sotto la giurisdizione amministrativa dell’Abruzzo. Dopo la consegna delle firme lo scorso 12 dicembre, i promotori si sono scontrati con la presa di posizione dell’amministrazione provinciale che ha bollato la procedura come “improcedibile” per l’assenza – a loro dire – di una proposta deliberativa necessaria ad avviare l’iter istruttorio. È quanto riportato ieri dal quotidiano abruzzese ‘Il Centro’.
Una posizione, quella della Provincia, che ha subito suscitato la reazione del Comitato promotore, presieduto da Antonio Libero Bucci, secondo il quale la proposta deliberativa era chiaramente espressa nei documenti consegnati. Di fronte all’impasse, Bucci si è recato a Roma insieme ad alcuni componenti del Comitato, affidando al professor Celotto il compito di presentare un ricorso formale al Capo dello Stato. Non solo, perché il Comitato ha annunciato altre azioni legali per fare chiarezza attorno alla vicenda.
La risposta della Provincia, arrivata all’indomani del primo botta e risposta, ha tentato di gettare acqua sul fuoco parlando di “equivoco burocratico”. Fu il presidente Daniele Saia a cercare una conciliazione, al punto che annunciò anche di portare l’argomento in Consiglio provinciale. La spiegazione e il dilatarsi dei tempi per trovare una soluzione, intanto, hanno spinto i promotori della consultazione popolare ad agire, con la convinzione che ci sia stata una sottovalutazione – o peggio, un tentativo di ostacolare – una richiesta chiara e legittima da parte di 5.236 cittadini.
«Abbiamo deciso di presentare un ricorso straordinario al Capo dello Stato in considerazione dell’importanza del tipo di azione, del diritto rivendicato da più di 5000 persone che hanno firmato la petizione – ha spiegato l’avvocato Ottavio Balducci, tra i membri e fondatori del Comitato -. Quindi abbiamo ritenuto di poter investire direttamente l’organo maggiore per quanto riguarda il discorso della giustizia amministrativa, nei prossimi giorni sarà valutato dal punto di vista istruttorio da parte del Consiglio di Stato e poi sarà fissata l’udienza per la discussione del ricorso».
In attesa di un chiarimento definitivo sul piano istituzionale, il Comitato si muove anche su un altro fronte: quello economico. Nei giorni scorsi, Bucci ha lanciato un appello pubblico attraverso i social per avviare una raccolta fondi tra i sostenitori della causa.
«Cari amici – ha scritto – dopo la fase iniziale che ha visto raggiungere l’ambizioso obiettivo di oltre 5.000 firme, fase in cui il Comitato si è fatto carico delle spese (manifesti, volantini, modulo firme, trasferte ecc.), è necessario e opportuno per mantenere l’autonomia e la libertà di azione autofinanziarsi». Da qui la richiesta di sostenere il Comitato.
L’iniziativa, sin dalla sua nascita, ha suscitato un acceso dibattito pubblico, con opinioni contrastanti all’interno della comunità isernina e molisana più in generale. Da un lato chi vede nell’annessione all’Abruzzo una possibilità concreta di avere servizi più efficienti, una gestione amministrativa più reattiva e maggiore rappresentanza politica; dall’altro, chi teme che l’operazione rischi di indebolire ulteriormente l’identità e la coesione del Molise.
Quel che è certo è che il tema resta apertissimo, e la tenacia del Comitato dimostra che la spinta dal basso – almeno per ora – non accenna a diminuire. Addirittura la questione ora sarà sottoposta al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. Nel frattempo, la raccolta fondi servirà a finanziare le prossime tappe di una battaglia che si preannuncia ancora lunga e complessa.