Le voci si rincorrono fin dal pomeriggio: la presenza del segretario Incani avrebbe potuto creare qualche problema e così è stato. Ed è proprio il consigliere Falcione – soggetto e oggetto del primo punto all’ordine del giorno dei lavori – a chiedere il rinvio dell’argomento alla prima seduta utile.
«L’odierno segretario supplente – spiega, prendendo la parola – ha partecipato con propri atti amministrativi al contenzioso da me attivato nei confronti del Comune. Per questo chiedo il rinvio al prossimo Consiglio comunale». Questione di opportunità, in pratica. E del resto anche con il precedente Melogli era andata così.
Primo punto all’ordine del giorno dei lavori, come è noto, la votazione sulla presunta incompatibilità del consigliere di maggioranza, secondo quanto stabilito dalla norma vigente. L’ingegnere ha un contenzioso pendente con il Comune, per una parcella da 8mila euro non onorata dalla precedente amministrazione: rigettato il decreto ingiuntivo il 27 marzo, il 31 maggio è stata attivata la procedura. Dieci giorni di tempo per le osservazioni che, secondo il parere dell’Avvocatura comunale, non hanno fornito valide argomentazioni per dimostrare e provare il contrario. Parere che Falcione ha criticato aspramente, considerandolo una indebita ingerenza. Parere che forse ha creato anche un problema politico in maggioranza. Per la legge, Falcione è però incompatibile, il caso passa al Consiglio che dovrà esprimersi. Anche se con due mesi di ritardo sulla tabella di marcia dettata dalla norma.
Ovvie le recriminazioni politiche che accendono il dibattito in aula. Per il vicepresidente Mancini si tratta di una prova di «assoluto dilettantismo: prendiamo atto delle eccezioni sollevate da Falcione, sono favorevole al rinvio con una richiesta. Evitare figuracce pregne di ignoranza in materia, evidente e assoluta».
Una prima crepa si apre in maggioranza quando Sara Ferri comunica la sua contrarietà al rinvio: «non c’è incompatibilità visto che il segretario non ha ruolo ed è solo verbalizzante, continuare a rimandare decisioni che ci impone la legge è sbagliato» la sintesi del suo ragionamento.
Pacata ma ferma Linda Dall’Olio: «è evidente che avete un problema, dovete risolverlo in maggioranza. Ricordiamo quanto accaduto per Melogli e oggi noi dimostriamo che quel ragionamento che facemmo non fu di parte ma di principio, che tendiamo ad applicare in generale».
La sintesi del ragionamento delle opposizioni è fin troppo chiara: l’argomento è all’ordine del giorno, lo ha inserito la maggioranza che evidentemente non ha una posizione univoca e per questo lo rimanda.
Ci va giù duro Marco Amendola. «Il dilettantismo è diventato professionale in questo consiglio, annuncio il mio voto contrario all’incompatibilità ma non vedo il motivo per cui non si debba votare oggi. Se avete deciso di inserirlo all’odg, vuol dire che tra di voi vi siete parlati – incalza -, avete deciso cosa votare, nessuno vi ha puntato la pistola alle tempie ma che serietà politica c’è in questo? C’è qualcuno che si deve ancora convincere se è favorevole o contrario? Manco a Montecitorio sono in riunione il 10 agosto, veniamo qui per punti che non si discutono?».
L’ex assessore Domenico Chiacchiari rilancia: «sono favorevole al rinvio ma la questione politica è evidente, siete spaccati, c’è chi vuole la decadenza del consigliere Falcione ma rinviare il punto non chiarirà la questione. I problemi che avete sono altri, qualcuno sta capendo che questa maggioranza è ferma, che gli assessori non lavorano o sono pochi quelli che lo fanno».
Di Luozzo rimarca il concetto: «un consigliere eletto ha tutto il diritto di esercitare il mandato, che sia la magistratura a stabilire la incompatibilità, ancor più perché il collega Falcione è pedina fondamentale per l’assise, persona di spessore senza nulla togliere a tutti noi. Ma c’è un problema al vostro interno».
Il consigliere di maggioranza Michele Antenucci prova a dipanare la matassa: il rinvio lo ha richiesto Falcione – sottolinea – per una questione di opportunità. Mica noi della maggioranza…
Ma Amendola, in grande spolvero, non ci sta: «il gioco delle tre carte non si fa qui, il film vero è che siccome avete inserito il punto pensando di avere maggioranza e questa non c’è, fate ritirare il punto al diretto interessato».
Con estrema pacatezza, il consigliere il cui nome è sulla bocca di tutti – e cioè Claudio Falcione – prova a spiegare: «non c’è minimamente intenzione di procedere in azioni dilatorie, sarò il primo a chiedere il primo settembre la trattazione dell’argomento»
Mancini va su tutte le furie: «oltre ad essere dilettanti, siete presuntuosi, un mix da spettacolo indecoroso. I primi eletti della lista del sindaco, che viene a Isernia da buon francescano e poi dimentica il saio e li ‘ammazza’. Prima revoca la Scarabeo, prima eletta, poi prova a far fuori Falcione. Qualcosa di assurdo, mai viste una cattiveria e un agire del genere. Il dramma è evidente: vi fate fuori a vicenda. Ridate il mandato agli elettori, senza una maggioranza si va a casa: siete minoranza della città».
Il sindaco Castrataro prova a chiudere la discussione. «È l’ennesima strumentalizzazione politica di un caso che nessuno avrebbe voglia di discutere ma la legge ci impone di farlo. Non si poteva rimandare la questione incompatibilità, ma quando abbiamo discusso il caso Melogli, a noi ha fatto piacere? – la domanda retorica che pone all’Aula -. No, ma c’è una legge che lo impone, al di là del voto espresso. Strumentalizzare questa cosa significa scivolare su una buccia di banana».
Ma Amendola si prende l’ultima parola. «La norma si rispetta discutendo oggi. Voto contro il rinvio e lascio la seduta. Mi sembra di essere trattato da pagliaccio, io non lo sono».
In tre votano contro il rinvio, i due consiglieri di maggioranza Sara Ferri e Cosmo Bottiglieri e il consigliere Amendola. L’ingegnere Falcione ovviamente si astiene. Favorevoli a spostare l’argomento a settembre i restanti 23 consiglieri.
Il caso Falcione non è affatto chiuso ma solo rimandato… a settembre.

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