Sembra destinata a riservare clamorosi colpi di scena l’indagine che sta provocando un terremoto nell’azienda sanitaria regionale e che ha consentito di individuare e stanare, fino ad ora, un dipendente infedele dell’Asrem in servizio a Isernia.
Pesanti i reati contestati all’uomo. fra questi il peculato, l’abuso di professione e la truffa. Per l’accusa, dopo aver timbrato il cartellino, il dipendente incastrato da una corposa attività d’indagine, avrebbe destinato tempo ed energie a mansioni private che esulano dalle questioni prettamente professionali. Talvolta anche utilizzando strumenti appartenenti all’azienda sanitaria, presumibilmente l’auto di servizio.
Le indagini sarebbero partire da una segnalazione precisa e circostanziata che avrebbe riguaardato i comportamenti del dipendente che, evidentemente, non sarebbero sfuggiti a chi ne osservava le quotidiane attività personali espletate durante l’orario di lavoro. E così, a quella segnalazione, sarebbe seguita una corposa indagine, corroborata da appostamenti, pedinamenti e anche sequestro di documenti in ufficio.
Gli agenti della Digos in servizio presso la questura di Isernia da mesi stanno lavorando per verificare tutte le ipotesi di reato Ma l’indagine però non sarebbe propriamente conclusa perché potrebbe allungarsi l’elenco delle persone coinvolte: nel corso delle attività investigative, infatti, sarebbero emerse complicità con l’uomo.
L’indagine quindi si sarebbe allargata a macchia d’olio coinvolgendo anche altri centri della provincia di Isernia. In pratica persone, colleghi di lavoro, che potrebbero aver coperto le attività dell’uomo. Altri dipendenti dell’Asrem sarebbero finiti nel registro degli indagati per aver chiuso un occhio, forse due, facendo finta di non vedere quello che accadeva. Se non, addirittura, per atteggiamenti di complicità nelle condotte delittuose. Un’inchiesta che quindi potrebbe avere esiti anche clamorosi.

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