Al peggio non c’è mai fine. E l’antico adagio si concretizza troppo spesso nelle vicissitudini che sono costrette a vivere i pendolari molisani, alle prese con una tratta ferroviaria a mezzo servizio che riserva, purtroppo, sempre più spesso sorprese.
Roma, Anno Domini 2023, 23 dicembre. Quindi, notoriamente, una giornata da bollino rosso. Non solo gli studenti fuori sede che fanno ritorno nel piccolo Molise, sempre più irraggiungibile sembra. Ma ci sono anche i lavoratori che non vivono in regione e tornano per trascorrere il santo Natale con i propri cari. Chi arriva a Roma da altre città e trova la coincidenza per arrivare almeno (almeno!) a Isernia. Insomma, un afflusso prevedibile di viaggiatori che invece, a giudicare da come sono andate le cose, sembra non sia stato affatto previsto.
Già sulla banchina, in stazione, la faccenda è sembrata ai più assai complicata: troppa gente, per quelle poche carrozze.
Eppure sembra che non sia stata nemmeno bloccata la vendita online dei biglietti. Risultato? Alla fine il treno Roma-Campobasso delle 13.07 (che nel capoluogo non arriva, attenzione, ma si ferma a Isernia, almeno!) è andato in overbooking.
E quando si sono aperte le porte, è stato un vero e proprio assalto alla diligenza. I più fortunati hanno preso posto, gli altri (fortunati a metà) si sono appollaiati in ogni dove, gli altri – gli sfortunati – sono rimasti sulla banchina con i loro bagagli ma con regolare biglietto che consentiva loro (a parole) di poter usare quel treno. O meglio quei pochi vagoni…
Non è che ci fossero altre opzioni, a ben guardare: i treni che partono per Campobasso non hanno una frequenza tale che permette di scegliere e quindi di attendere il prossimo. Il convoglio delle 13.07, poi, tra una protesta e l’altra, in una atmosfera che di natalizio sembra abbia avuto davvero poco, sarebbe partito con circa un’ora di ritardo sulla tabella di marcia.
Ai passeggeri, in possesso di regolare biglietto, è stata offerta l’alternativa: affrontare un primo viaggio fino a Cassino in treno (e di convogli che raggiungono la cittadina al confine con il Molise ce ne sono parecchi di più), per poi spostarsi sul famigerato bus sostitutivo per raggiungere Venafro e infine Isernia. E una volta nel capoluogo di provincia, per chi aveva come meta Campobasso, un ulteriore trasbordo sul bus che copre la tratta che non ha ancora una linea ferroviaria operativa (e non l’avra per almeno un altro anno ancora).
Ma, di grazia, si chiedono i pendolari inviperiti che hanno giustamente contattato le redazioni dei giornali molisani, se un passeggero acquista un biglietto del treno Roma-Campobasso, forse non ha alcuna voglia di prendere il pullman, forse non trova confortevole il viaggio in bus, forse preferisce viaggiare in treno perché lo trova più veloce.
Era così difficile prevedere un afflusso di viaggiatori maggiore del solito, si domandano. La verità, purtroppo, è che si tratta di un film già visto. Che va in scena ad ogni Santo Natale o festa comandata che dir si voglia. A conferma di quanto, il Molise, sia sempre più irraggiungibile. E i titoli di coda sono tristemente identici. Finisce tutto a tarallucci e vino…

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