Oltre quattro ore di seduta, di cui la metà trascorse per discutere del tema più caldo del momento: il Parco nazionale del Matese. Un confronto acceso, come lo era già stato in occasione dell’incontro pubblico del giorno precedente voluto dal sindaco, quello andato in scena a Palazzo San Francesco martedì sera, per decidere appunto sulla proposta di ampliamento del perimetro del nascente Parco nazionale. Alla fine, con 16 voti favorevoli, 9 contrari e 3 astenuti, la mozione della maggioranza è passata, non senza però un emendamento che ne ha sostanzialmente modificato l’esito. La proposta, infatti, è stata modificata in alcuni punti dopo il dialogo con i cittadini, ed è stata quindi esclusa l’estensione alla zona di Castelromano, nonché alle aree di Colle Lucito e La Guardia, conservando però l’inserimento di parte de La Pineta. L’iniziativa non ha comunque ottenuto il consenso dell’opposizione, registrando anche tre astensioni, tra cui quella di uno dei promotori, Andrea Di Rollo.
L’emendamento, presentato da Mino Bottiglieri, ha preso forma in seguito all’incontro pubblico svoltosi lunedì pomeriggio presso l’Auditorium, e mirava ad accogliere quindi le preoccupazioni manifestate da alcuni residenti, in particolare nella zona di Castelromano.
Questo il testo dell’emendamento poi approvato: «Si ritiene opportuno modificare la perimetrazione inizialmente proposta escludendo la zona di Castelromano, nonché le aree di Colle Lucito e La Guardia ed altri spazi di arretramento (definiti nelle planimetrie allegate), conservando l’inserimento di parte de La Pineta, escludendo eventuali abitazioni ed aziende che saranno meglio definite nella comunicazione ad Ispra, in modo che quell’area possa rappresentare per il futuro uno degli ingressi del Parco nazionale del Matese».
Del resto, era stato lo stesso Castrataro – in occasione dell’incontro pubblico di lunedì – a spiegare che sulla mozione di ampliamento non vi fosse nulla di già deciso e stabilito, ma che l’amministrazione fosse pronta ad ascoltare e accogliere le rimostranze della cittadinanza.
Il primo cittadino ha poi ribadito la propria posizione in Aula: «I parchi non sono solo tutela ma anche sviluppo – ha affermato, rivolgendo poi un messaggio al mondo agricolo e pastorale, facendo riferimento ai toni accesi dell’assemblea pubblica -. Gli allevatori sono custodi del nostro paesaggio e mi è dispiaciuto se qualcuno ha anche solo pensato che con quella mozione noi volevamo andare contro di loro. Non è così e non lo sarà mai, perché quel mondo lo conosco e lo rispetto. E il Covid ci ha fatto capire che senza quel mondo non si vive. Questo è il motivo per cui, pur apprezzando ed essendo convinto della bontà della mozione iniziale, ho capito in maniera ancora più profonda che quelle persone riescono a vivere in quei luoghi e vogliono farlo sentendosi liberi. Mi spiace che si veda un Parco come un vincolo, ma al tempo stesso devo prendere atto delle esigenze della popolazione e non ho paura di tornare indietro perché magari non è questo il momento, forse non siamo ancora pronti».
A ribadire nuovamente la propria posizione netta rispetto al Parco, anche gli esponenti della minoranza che si erano già dichiarati contrari all’iniziativa del sindaco sia a mezzo stampa che in occasione dell’incontro pubblico. Giovancarmine Mancini, Linda Dall’Olio, Pietro Paolo Di Perna, Eugenio Kniahynicki, Cesare Pietrangelo, così come Enzo Di Luozzo hanno criticato duramente l’intenzione di ampliare il perimetro del Parco, chiedendo il ritiro della mozione. Dello stesso avviso anche Claudio Falcione – che ha evidenziato il poco tempo a disposizione per approfondire l’argomento e l’impossibilità di visionare i documenti su perimetrazione e norme di salvaguardia -, nonché Filomena Calenda, che ha a sua volta sottolineato la necessità di ascoltare la voce del popolo emersa in occasione dell’assemblea.
Insomma, l’affaire Parco del Matese continua a dividere l’opinione pubblica, ma anche la politica, visto che anche a Palazzo San Francesco non è giunta l’intesa forse sperata sull’ampliamento del perimetro così come inizialmente preventivato. Un parziale passo indietro, quello della maggioranza, che si è reso indispensabile di fronte alla viva voce delle categorie su cui potrebbero ricadere gli effetti di alcuni vincoli. Un punto di incontro tra le parti, un segnale comunque di apertura, all’ascolto, al dialogo, al confronto con la popolazione così come con la stessa minoranza che si è battuta per il ritiro dell’atto.

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