La battaglia per l’aggregazione della provincia di Isernia alla Regione Abruzzo segna un punto a favore del Comitato promotore. Il Ministero dell’Interno ha ufficialmente preso in carico il ricorso straordinario presentato al Presidente della Repubblica contro la Provincia di Isernia, dando il via a un procedimento che potrebbe sbloccare l’impasse che dura ormai da mesi.
La comunicazione, datata 9 maggio 2025, è stata inviata dalla Direzione Centrale per le Autonomie del Dipartimento per gli Affari Interni e Territoriali alla Provincia di Isernia e, per conoscenza, al Comitato promotore, rappresentato dal costituzionalista Alfonso Celotto e dall’avvocato Ottavio Antonio Balducci.
Nel documento ministeriale si richiede alla Provincia di trasmettere entro 60 giorni «le eventuali controdeduzioni in punto di diritto, in rito ed in merito» avverso le censure sollevate dal Comitato, per consentire all’amministrazione centrale di relazionare al Consiglio di Stato, come previsto dalla procedura per i ricorsi straordinari al Capo dello Stato.
La questione ha avuto inizio lo scorso dicembre, quando il Comitato per l’aggregazione, presieduto da Antonio Libero Bucci, aveva depositato oltre 5.000 firme per richiedere un referendum sul passaggio della provincia pentra sotto l’amministrazione abruzzese. Da quel momento, però, l’iniziativa si era arenata di fronte a una dichiarazione di «improcedibilità» che il Presidente Saia aveva definito un «equivoco burocratico»: l’assenza, secondo l’amministrazione provinciale, di una proposta deliberativa necessaria ad avviare l’iter istruttorio.
Una posizione, questa, sempre contestata dal Comitato che ha sostenuto come tale proposta fosse chiaramente espressa nei documenti consegnati. Il presidente della Provincia Daniele Saia aveva tentato una conciliazione, annunciando anche l’intenzione di portare l’argomento in Consiglio provinciale, ma i tempi si sono dilatati fino a spingere i promotori della consultazione popolare a rivolgersi direttamente al Presidente Sergio Mattarella.
La comunicazione del Ministero dell’Interno rappresenta un primo significativo punto di svolta sul ricorso, tanto che l’ente centrale ha avviato la procedura prevista dall’articolo 11 del d.P.R. n. 1199/1971. Un passaggio che delinea un percorso chiaro: dopo le controdeduzioni della Provincia e le eventuali repliche del Comitato, sarà il Consiglio di Stato a esprimere un parere sulla questione, che porterà infine al decreto del Presidente della Repubblica.
Significativo, in tal senso, è il passaggio in cui il Ministero sottolinea che «anche in caso di trasposizione, questo Ministero è tenuto a relazionare al Consiglio di Stato» confermando che il procedimento avviato con la presentazione del ricorso straordinario potrà concludersi esclusivamente con il decreto presidenziale.
Un primo importante passo verso il riconoscimento del diritto democratico di oltre 5.000 cittadini isernini che hanno firmato la petizione: questo il parere del Comitato promotore dell’iniziativa – presieduto da Antonio Libero Bucci -, che dopo la notizia è tornato ad evidenziare le argomentazioni sull’iter avviato e sulla richiesta referendaria.
Il Comitato, che nelle scorse settimane aveva lanciato anche una raccolta fondi per autofinanziarsi e mantenere «autonomia e libertà di azione», vede ora rafforzarsi la propria posizione in una vicenda che continua a dividere l’opinione pubblica molisana.
Da un lato chi sostiene che l’aggregazione all’Abruzzo potrebbe garantire servizi più efficienti e una maggiore rappresentanza politica; dall’altro chi teme un indebolimento dell’identità e della coesione regionale del Molise, con conseguente depauperamento di servizi.
Nei prossimi 60 giorni la Provincia di Isernia dovrà inviare le proprie controdeduzioni al Ministero dell’Interno, comunicandole anche al Comitato promotore, che avrà poi 30 giorni per presentare eventuali repliche. Solo successivamente il fascicolo completo sarà trasmesso al Consiglio di Stato per il parere definitivo.
La decisione finale spetterà al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, chiamato a dirimere una questione che ha assunto ormai dimensioni giuridiche e politiche di rilievo nazionale, potendo costituire un precedente in materia di riorganizzazione territoriale delle autonomie locali.
Nel frattempo, il dibattito nella comunità isernina resta acceso, in attesa di capire se e quando i cittadini potranno esprimersi attraverso il referendum sulla possibilità di lasciare il Molise per aggregarsi all’Abruzzo, una scelta che – va da sé – modificherebbe profondamente gli equilibri territoriali e amministrativi di entrambe le regioni.

Commenta

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*